In quelle tenebre, un romanzo di Gitta Sereny

di Claudio Vercelli

Ne parlerò domenica 21 gennaio 2024, alle ore 11:00, a Scandicci (Firenze), per l’edizione 2023-24 del “libro della vita”. Lo ammetto, in tutta franchezza: quando lo lessi, nella prima edizione, fu uno dei libri che più mi spiazzò. Al pari de “I sommersi e i salvati”, di Primo Levi o di ciò che ha scritto Marek Edelman sulla lotta nel ghetto di Varsavia. Poiché sembra quasi dissociarsi dalla specifico oggetto che deve affrontare da sé, lo sterminio degli ebrei nel Novecento, in questo caso visto con gli occhi di un carnefice, per invece diventare un complesso breviario dei rapporti tra il sé del “protagonista” (un ottuso Franz Stangl, tuttavia sincero specchio, e come tale – quindi – autentico, della nostra contemporaneità) e il rapporto tra il dare la vita e comminare la morte. Un tema attualissimo, poiché non richiama solo i genocidi intenzionali ma anche il senso dell’assoluta “banalità” (ossia della serialità), che un’altrimenti incompresa Hannah Arendt aveva identificato, in tempi non altrimenti sospetti, come il suggello della nostra postmodernità. C’è molto su cui ragionare…

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