Ronda: Andalusia

di Peter Freeman

Di tutta l’Andalusia il luogo che più mi è rimasto impresso è Ronda. Ci arrivammo nel tardo pomeriggio nell’estate del 1993 (credo), percorrendo una strada che risaliva l’altopiano.
Lì a Ronda c’è la più antica Plaza de Toros di Spagna e un museo della corrida che merita la visita anche se, come me, odiate la corrida e tutto il suo contesto. Lì troverete le casacche insanguinate di Joselito e di Manolete, entrambi incornati a morte, e le foto di Ernest Hemingway e Orson Welles, tutti e due amanti della tauromachia e affascinati dai toreri – ho sempre pensato ai toreri come alle persone più tristi del mondo..
Ronda sta su un’altura, e c’è questo antico ponte che la divide. Sotto, c’e la piana andalusa che in estate è gialla, bruciata dal sole, e rammento di aver scorto laggiù in lontananza un paio di Miura intenti al pascolo. Da qualche parte, sempre laggiù, c’è una grande fazenda nel cui pozzo, ormai asciutto, sono conservate le ceneri di Orson Welles.
Lungo una strada di Ronda ci si imbatte nella statua di Rainer Maria Rilke, anche lui risedette qui.
Infine, rammento che quando vidi il ponte rimasi folgorato: vi avevo riconosciuto l’ambientazione di una scena de “Ferdinand the Bull”, cortometraggio di animazione della Walt Disney che vinse un Oscar è che uno dei miei cartoon preferiti. Siccome i miei compagni di viaggio nulla sapevano del toro Ferdinando e pareva che non gliene importasse nulla, tenni per me quel momento emozionante.

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