Xilografi italiani del primo Novecento

di Emanuele Bardazzi

Dal 15 al 23 dicembre 2022 e dal 10 al 20 gennaio 2023, presso la Gonnelli Casa d’Aste di Firenze, si terrà la mostra “Xilografi italiani del primo ‘900”.

La mostra intende ripercorrere le vicende intorno al revival primo-novecentesco per la xilografia, una pratica artigianale che poteva apparire obsoleta proprio in anni in cui i mezzi riproduttivi fotomeccanici stavano invadendo ogni campo, ma che in realtà, applicata soprattutto all’ornamento librario, intendeva contrastare il cattivo gusto dell’editoria corrente, industrializzata e contaminata dalla falsa idolatria modernista, in nome dell’amore elitario per il libro come oggetto d’arte, ricollegandolo ai fasti e all’eleganza dei primordi della stampa.

Dal gusto dannunziano, neo-preraffaellita e neo-rinascimentale interpretato dalla “Bella Scuola” di Adolfo De Carolis e dei suoi discepoli prediletti quali Antonello Moroni, Ettore Di Giorgio, Carlo Guarnieri, Gino Barbieri e Francesco Nonni dominante nei primi numeri de “L’Eroica”, rivista leader del movimento xilografico italiano, avvenne intorno al 1914 la cosidetta “secessione” della falange degli xilografi di orientamento opposto, che decretò il passaggio a linguaggi sfrondati dalla retorica del simbolismo estetizzante in nome di una veridicità più sobria ed essenziale da riversare sul legno, inciso rudemente con la sgorbia (anche al fronte, su tavolette d’occasione) anziché col fine bulino, in parallelo con le correnti espressioniste europee e in sintonia con il clima doloroso della Grande Guerra. Incisori come Lorenzo Viani, Emilio Mantelli, Gino Carlo Sensani, Alberto Caligiani, Giuseppe Biasi, Arturo Martini, Felice Casorati e Moses Levy rappresentarono i maggiori interpreti di questa nuova avanguardia primitivista e sintetista che attraversò gli anni bellici, per poi proseguire commista con le varie correnti novecentesche, dai ritorni all’ordine alla stilizzazione ornamentale del Déco.

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