Vicende afghane

di Federico Smidile

La vicenda afghana mi porta a qualche riflessione sulla guerra in generale.

Il trauma della seconda guerra mondiale e delle sue conseguenze sembra aver, fortunatamente, cancellato ogni ideologia guerresca. Almeno ad alta voce nessuno si esalta più come Marinetti o D’Annunzio, né sembra si punti ad ideologie esaltanti la guerra come quelle fasciste e naziste.

Ma questo ovviamente non cambia il fatto che la guerra, negata, ci sia sempre. Guerra é sempre, come dice Mordo Nahum.

La guerra é un male inevitabile a volte. Lo shock del 1914-18 pesò sul pacifismo francese e sul velleitarismo inglese. Hitler ne approfittò e alla fine la guerra ci fu comunque. E nelle condizioni peggiori. Muoversi nel 1935 forse sarebbe stato meglio.

Ma il trauma di allora e poi il Vietnam hanno modificato la guerra, sempre più asimmetrica, sempre meno facile a chiudersi. In Occidente, comprensibilmente, non si vogliono vedere i morti (occidentali).

Questo fa sì che le guerre o si conducano tramite terzi (i quali a loro volta la fanno fare ad altri) o siano limitate a bombardare ed occupare dove non c’é rischio. Ma alla lunga questa guerra si perde o comunque non si vince e non finisce. Gli altri sanno che non vogliamo massacri (nostri) e aspettano. Un bell’enigma!

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