Ungaretti e Puccini
di Renzo Tosi
Nel finale della poesia Veglia di Ungaretti il soldato in trincea esclama: «Non sono mai stato / tanto / attaccato alla vita»; impossibile non richiamare le parole di Cavaradossi condannato a morte nell’aria Lucean le stelle in Tosca di Illica-Puccini («e non ho amato mai tanto la vita»). Alcuni hanno rilevato che i genitori di Ungaretti erano lucchesi come Puccini, ma non credo che tale elemento c’entri col fatto che Ungaretti riprenda dei versi allora universalmente noti, nell’identica posizione finale e con la sostituzione del melodrammatico «amato» col tragico ed icastico «attaccato». Piuttosto Tosca era un’opera sostanzialmente rivoluzionaria, contro il governo papalino, e tale allusione sottolineava come la condizione del soldato fosse ingiusta al pari di quella di un condannato a morte da parte di un regime tirannico.