Una vita per la legalità

di Francesco Emilio Borrelli
Perché mi batto anche controcorrente per la legalità e la dignità della mia terra.
Rispetto, dedizione, onestà. Tre parole, tre concetti, tre idee che rispecchiano fin da ragazzo il mio impegno civile e politico, ma anche umano e professionale. Tre must che mi sono imposto di seguire e onorare, e tenendoli sempre bene impressi nella mia mente quando ho mosso i primi passi in una Napoli che aveva, ha e avrà (purtroppo) tanti problemi da risolvere. Una passione, quella per la politica e per il bene comune, che ha le sue radici prima alle scuole medie superiori, dove assieme ad altri ragazzi fondai l’associazione studenti napoletani contro la camorra e poi durante il periodo universitario, quando fui eletto prima consigliere di facoltà a Lettere e Filosofia della Federico II e poi consigliere d’amministrazione dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio e infine consigliere Universitario Nazionale presso il Ministero. Anni in cui ho imparato il difficile mestiere di giornalista professionista alternando il lavoro alla passione politica e ricoprendo il ruolo di assessore alla Provincia di Napoli e al comune di San Giorgio a Cremano fino al Consiglio Regionale. La strada che ho cercato di tracciare negli anni è chiara e precisa: lavorare per il bene comune, ascoltando ogni singolo cittadino, puntando, dove possibile, a risolvere i problemi. Senza compromessi, senza affari loschi, senza cedere a pressioni.
Napoli è una città meravigliosa, ma ricca di contraddizioni e difficoltà, tarpata da un parassita difficile da scacciare, formato da una parte di città restia alle regole, alla civiltà, alla legalità. Ed è lì che oggi si concretizza il mio lavoro, in quell’area grigia della popolazione che vuole governare la città, legittimando la criminalità organizzata e disprezzando lo Stato e le leggi. Ogni giorno centinaia di cittadini credono di poter fare quello che vogliono, con strafottenza, indifferenza e spavalderia, da una semplice carta gettata per terra all’occupazione abusiva di intere aree. Ammazzano senza ritegno, rubano, imbrogliano, truffano. Negare questo lato della città, come qualcuno tenta di fare, non serve. Occorre combatterlo, con tutte le proprie forze, senza timore, senza abbassare la testa, senza pietà.
È vero che Napoli non è tutta orrore e delinquenza ma è altrettanto corretto dire che purtroppo quella città, decantata dai versi dei poeti, dalle note dei musicisti e dalle immagini dei grandi registi, è troppe volte offuscata dalla vergogna causata da comportamenti indegni o peggio criminali. Una vergogna portata dal degrado, dall’abbandono, dalla delinquenza sempre crescente (lo dicono i numeri) ma anche dalla propaganda criminale e camorrista, fomentata dai social, ma soprattutto fatta crescere da un atteggiamento permissivo, sin troppo tollerante, e a volte anche incoraggiante, delle varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi decenni e di quell’ambiente radical chic dei salotti intellettuali che ha sempre visto il mondo criminale come qualcosa di affascinante. Questi atteggiamenti hanno fatto sì che si formasse una classe borghese indifferente ai problemi quotidiani, che si creassero file di colletti bianchi che vanno a braccetto con boss e criminali.
Quello che faccio da anni è lottare, denunciare chi distrugge la città senza nemmeno rendersene troppo conto, portare l’attenzione dei cittadini, delle forze dell’ordine, delle istituzioni e della magistratura su questi fenomeni inquietanti. Cerco di smascherare i cialtroni, mettere a nudo i loro atteggiamenti incivili, segnalando alla giustizia chi delinque spudoratamente o nell’oscurità.
Alcuni mi criticano, non vorrebbero cambiare lo stato delle cose perché forse, nel regno dell’anarchia ci vivono bene, ma molti di più, per fortuna, seguono la mia battaglia, le nostre battaglie, che contribuiscono, nel loro piccolo, a creare una società migliore, più consapevole. Un impegno che va a braccetto con quello a tutela dell’ambiente, una causa che ho sposato fin da sempre, che va oltre la politica e i ruoli istituzionali. Un dovere morale prima di tutto, ma anche un obbligo per un futuro sostenibile. Da anni, con Europa Verde, portiamo avanti battaglie serrate contro l’inquinamento delle nostre acque, contro gli sversamenti e il deturpamento del patrimonio naturalistico, ma anche contro chi tortura e sfrutta gli animali.
Sembrano tante belle parole queste, vero, quelle che molti sono abituati a sentire dal politico di turno, da quello che promette in campagna elettorale e poi disattende gli impegni. Io punto sui fatti, sulle azioni concrete, semplici, tangibili che ognuno può notare seguendo la mia attività, di un politico, sì, ma soprattutto di cittadino onesto che fa il proprio dovere, a tutela del bene comune, pensando al domani della nostra terra e di chi verrà dopo di noi e non egoisticamente solo all’oggi.