Una crisi di sistema

di Carmelo Conte

Tre nodi di una crisi di sistema.
Del dibattito tra la sinistra e la destra intorno alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica, colpisono, in particolare, tre aspetti.
“Per la prima volta”, i partiti, divisi e frammentati, hanno alzato bandiera bianca: coltivano (subiscono) la scelta di due tecnici ai vertici dello Stato, Presidente della Repubbica e Governo.
“Per la prima voltà”, come già avviene da oltre 30 anni (l’ultima volta DeMita nell’89) per il Presidente del consiglio, tra i candidati alla Presidenza della Repubblica non compare nessuna personalità meridionale o di cultura meridionalista.
“Per la prima volta”, i nomi in discussione non appartengono alla categoria delle cosidette “Riserve della Repubblica”, personalità con un alto profilo dovuto alla loro storia politica, di cui nella Seconda repubblica non c’è traccia.
Tre risvolti che meriterebbero una risposta che non può rudursi al rimasticato “serve una parsonalità al di sopra delle parti”, che non è mai esistita e mai esisterà.
Serve un progetto politico, accompagnato da un patto che esprima il futturo sia per le istituzioni sia per le nuove generazioni, e di di cui il nuovo Presidente sia espressione.
Ma siamo alle ultime ore e forse ai titoli di coda, di cui la candidatura e la rinunzia di Berlusconi potrebbero non essere, purtoppo, l’ultima maschera di una crisi profonda.

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