Un episodio della comunità ebraica di Viareggio

di Ariel Toaff

Alla fine del 1967 gli ebrei di Viareggio erano sezione della comunita’ israelitica di Pisa e i suoi membri, come la famiglia Ferro, erano tutti originari di Livorno. Dire che fossero assimilati e’ un eufemismo. Preparai un giovane della famiglia Ferro al bar mizwah e questi recito’ le preghiere dello Shabbat con competenza. Nell’occasione avevo regalato al giovane un paio di tefillin, nonostante le proteste del padre che non ne voleva sapere. Dopo la cerimonia il signor Ferro mi disse: “La inviterei volentieri domenica al ristorante, ma lei non ci potrebbe venire perche’ il pranzo e’ a base di musoli (mollischi) che non sono cascie’ per lei”. Fui quindi costretto a rinunciare alla ribotta di Viareggio. Di ritorno a Pisa la segretaria della comunita’, Mariella Passigli, mi si avvicino’ per dirmi: “Come e’ gentile il signor Ferro, ha regalato un sacchetto con un paio di tefillin alla sinagoga di Pisa”. Li riconobbi subito. Erano quelli che avevo donato solennemente a suo figlio per il bar mizwah. Ci rimasi male, molto male.

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