Scalfari, gli volevo bene

di Mario Scialoja


La morte di Eugenio mi coinvolge molto.
Lui mi ha assunto all’Espresso nel 1967, è stato il mio primo direttore, poi maestro.
C’è stato uno screzio sulla scia del sequestro Moro, ma è stato proprio lui a saper ricucire.
Ma, soprattutto, negli ultimi decenni è anche stato un vero amico che, assieme alla moglie Serena, vedevo spesso.
E non dimentico che, con Serena, fu uno dei pochi a venirmi a trovare in ospedale, quando ho avuto un’operazione importante a Padova.
Un amico affettuoso, ironico e divertente, ben al di fuori dagli schemi della sua iconografia tradizionale.
Gli ho voluto bene e sono molto addolorato.

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