Sartre

di Federico Smidile

Una categoria di persone con cui è difficile dialogare è quella dei fans di Sartre. Sì. in filosofo francese, defunto nel 1980, ha ancora, anche in Italia, un gran numero di difensori pronto a saltare su e a dare dell’ignorante a chi osi dissentire, magari solo per motivi estetici, dal Papa esistenzialista. Non serve essere Onfray, che nella sua contro storia della filosofia demolisce Sartre in maniera forse anche eccessiva, ma basta essere un quisque de populo come me, che non si permette di attaccare il pensiero sartriano non essendo in grado, ma si limita a registrare una difficoltà personale nella lettura delle opere del Papa, che pure apprezzo, al contrario di quello che accade per Camus, che è certo difficile ma che ha una prosa piacevole, emozionante, luminosa anche nel dolore. E’ divertente, però, vedere questi sartriani in ritardo esplodere in ira e contumelie quando leggono che il Papa non ne ha azzeccata una in politica. Se uno si legge qualche suo libro e i suoi articoli magari lo vede che il filosofo era cieco e che il suo compagnonaggio al comunismo è stato un disastro dal 1945 al 1980. Eppure Sartre era stato accolto festosamente dagli incazzosi giovani della Sorbonne 1968 ed ha avuto un funerale degno di una star del cinema. Quindi la sua importanza è indiscutibile, ma i nervi sensibili dei sartriani restano estremamente buffi nel 2022.

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