Sanremo, il festival
di Gian Ruggero Manzoni
Quest’anno non sto seguendo Sanremo, e pare io faccia bene, visto che è oltremodo “politicizzato”, e più che un festival della canzone italiana sembra sia divenuto una sorta di perdurante proclama propagandistico, oltre a tutte le solite trovate, studiate a tavolino, che lo vogliono far passare per quello che poi non è, e che mai sarà. Mi dispiace, solo, non aver assistito alla performance Morandi, Albano e Ranieri, i quali pare abbiano, sebbene “vecchietti”, spaccato più dei giovani. Un amico mi ha inviato il testo della “lettera” della Ferragni, che ho trovato di un’estrema banalità e mi ha fatto pensare che la forbice, in Italia, oltre ad allargarsi tra ricchi e poveretti si stia allargando anche tra chi sa e chi non sa, o, meglio, tra chi sa e chi non vuole sapere il come stia andando (male) la faccenda. Un’amica, invece, mi ha scritto che la Ferragni pare sia diventata ricchissima facendo l’influencer, io ho detto “buon per lei, e ancor più ricca lo è diventata con quello che la paghiamo noi, tramite canone RAI”, poi le ho detto che va peggio … molto ma molto peggio … per noi poeti, con o senza l’influenza o il Covid. Quindi un amico artista mi ha inviato due foto (a quanto pare la Ferragni nel vero interessa !!!), domandandomi cosa ne pensassi, al che, sebbene io vecchio e obeso, unendo l’estetica all’etica, ho tracciato alcune frecce rosse, facendo intuire che la medesima poteva fare a meno di mostrarsi così (ora le posto anche qui). Altro non so, se non che pare che finora, tra Turchia e Siria, siano più di 25.000 i morti causa terremoto, inoltre che la Meloni e l’Italia pare siano state messe da parte a Bruxelles (temo non tanto per colpa della Meloni, quanto per colpa degli italiani, ben poco considerati, se non per niente considerati a livello UE e mondiale) e che l’offensiva russa in Ucraina, che scatterà in primavera, pare risulterà tremenda … come tremendi poi sono gli altri 57 medi o micro conflitti che stanno insanguinando il pianeta. Altro non mi sento di dire riguardo questa nazione, i suoi festival e l’intero globo. Un abbraccio a voi, amiche e amici. Io torno a tradurre Isaia, il quale già aveva inteso tutto oltre 2.700 anni fa.
