Ricordando Renato Scarpa
di Alberto Crespi
Renato Scarpa era milanese, era nato a Milano nel 1939: è morto a Roma, nel quartiere di Monteverde, in questo triste finale di 2021. Da bravo milanese aveva cominciato a teatro, lavorando al Piccolo (con Franco Parenti e Aldo Trionfo, tra gli altri) e in altri teatri importanti. Il cinema si è accorto di lui già negli anni ’60, perché a quel decennio risalgono le parti in due film dei fratelli Taviani, “Sotto il segno dello Scorpione” e “San Michele aveva un gallo”. Oggi – giustamente – tutti lo stanno ricordando come il Robertino di “Ricomincio da tre”, a fianco di Massimo Troisi, o come il Sergio di “Un sacco bello”, dove parte con Carlo Verdone per vivere avventure mirabolanti in Polonia e si sente male già al Raccordo Anulare. A me piace ricordarlo con la foto che vedete, perché mi sembra molto bella: sul set di “Habemus Papam”, lui e Nanni Moretti sembrano essere allegri e sereni, e speriamo fosse davvero così. Lui era uno dei cardinali, perfetto per il ruolo.
Con quel talento e quel fisico, Renato nel cinema italiano non poteva che essere una “spalla”, un magnifico caratterista capace di tenere botta accanto a mattatori come, appunto, Troisi, Verdone, Maurizio Nichetti, Enrico Montesano, i Giancattivi (appare in “Ad Ovest di Paperino”, il film in cui Nuti, Benvenuti e la Cenci sono ancora un trio). Ma scorrendo la sua filmografia si scopre che aveva lavorato con Bellocchio, Comencini, Montaldo, Steno, Zampa, Monicelli, Vicari (era il signore anziano e mite che va malauguratamente a dormire alla Diaz non avendo trovato un albergo…), Andò, De Crescenzo (che lo adorava, a conferma che napoletani e milanesi sono fatti per capirsi, se solo volessero) e tantissimi altri. Si può tranquillamente dire che senza il suo volto e la sua bravura il cinema italiano dal 1970 a oggi non sarebbe stato lo stesso.
Ma soprattutto, e oggi ci tengo a dirlo, era un uomo adorabile, gentile, spiritoso, disponibile. Mi mancherà tantissimo. Buon viaggio, Renato.
