Ricordando Mikis Theodorakis

di Angelo d’Orsi
«Non lo dimenticherò mai: quando sono andata con un giradischi in un ospedale di Roma perché ascoltasse le mie esibizioni, Mikis e due suoi compagni della Resistenza hanno iniziato a piangere, e anche io mi sono commossa. È stato un momento unico.»
Mai avrei immaginato che una donna di destra come Iva Zanicchi avrebbe potuto esprimere, con tanto affetto e rispetto, sentimenti così nobili verso Mikis Theodorakis, appena scomparso, novantaseienne.
Anche se non era più un nome che circolasse sui rotocalchi o nei programmi tv, quello del musicista greco, rimarrà nella storia, non soltanto come l’autore della meravigliose composizioni di “Zorba il Greco”, il film di Mikos Kakoiannis (dal romanzo altrettanto bello di Nikos Kazantzakis) con la splendida coppia costituita da Irene Papas e Anthony Quinn, ma anche quale autore di tante composizioni musicali, che spaziano dalla classica alla leggera fino alle musiche per teatro e cinema, e le sue collaborazioni con il gigante della poesia greca Yiannis Ritsos e con Pablo Neruda.
A tutto ciò si aggiunge dell’altro, per me assai importante. Theodorakis è stato un raro esempio di intellettuale militante, coerente, coraggioso. Ha lottato contro la dittatura dei Colonnelli in Grecia, fra gli anni Sessanta e Settanta, è stato incarcerato, torturato, vessato: ma non ha mai fatto un passo indietro.
Sono questi i modelli che amo, sono questi gli esempi che mi sento di additare. E, aggiungo, come una glossa marginale ma non irrilevante, Mikis era un iscritto al Partito Comunista Greco, di cui fu anche deputato al Parlamento di Atene; ruppe con la sinistra quando con la famiglia Papandreu fu sporcata da scandali e corruzione, ma poi, finita quell’epoca, vi fece ritorno. E poco tempo fa ebbe a dichiarare: “Voglio morire da comunista”.
Lo sottolineo per coloro che mi rimproverano di accettare il sostegno dei comunisti…