Ricordando Marcella Marmo

di Armando Pepe

Si riportano tre fra i tanti ricordi apparsi in queste ore su Facebook per la scomparsa di Marcella Marmo, ex professoressa di Storia Contemporanea presso l’università di Napoli Federico II, studiosa dei fenomeni criminali nel Mezzogiorno e della classe operaia a Napoli in età giolittiana.

Scrive Renata De Lorenzo :

“È morta Marcella Marmo, mia carissima collega, con la quale ho condiviso per molti anni lo studio presso l’Università. Occasione per confronti continui, sempre stimolanti, frutto di letture raffinate dei testi, mai banali, che proponeva con grande coinvolgimento agli studenti, ai tesisti e ai dottorandi. Nella sua casa, dove ci siamo incontrate di recente, si respirava un’atmosfera unica, frutto di stratificazioni e legami intellettuali, nei quali si incrociavano la storia familiare e quella della città, attraverso i percorsi dell’arte, della storia, della letteratura. Le avevo suggerito di scrivere sui suoi anni giovanili, di cui parlava spesso, con nostalgia non solo di un percorso personale, ma come modello di impegno, non plateale e ostentato, bensì aspirazione alla riflessione e allo studio. Non la dimenticherò, soprattutto perché non voglio e non posso dimenticarla”.

Ricorda Paolo Macry:

“Marcella Marmo non c’è più. Era stata una amica di grande affetto, di straordinaria benevolenza, di implacabile rigore, era stata attentissima alle pieghe dell’anima, con lei l’amicizia non erano chiacchiere ma sostanza viva, ed era stata il grande amore di Guido e il grande amore per Guido, la fine di Guido l’aveva portata in una dimensione incomunicabile. E poi era una storica intelligente, acuta, raffinata, disponibile alla discussione, generosa con i colleghi che lavoravano con lei, disinteressata alle alchimie accademiche per sé e per gli altri, naturalmente portata a mischiare la vita e la professione, radicalmente estranea a qualunque retorica, qualunque manierismo qualunque insincerità. Per noi che siamo cresciuti nelle stanze universitarie di Pasquale Villani, sugli scrittoi del grande archivio, nella casa di via Cimarosa, nello studio di Guido, nel giardino di Sorrento è un grande, grandissimo dolore”.

Eugenio Di Rienzo dice:

“Ci ha lasciato Marcella Marmo, storica contemporanea, allieva di Giuseppe Galasso e Pasquale Villani, straordinaria, rigorosa e finissima studiosa della storia della camorra e di altri aspetti della storia del Mezzogiorno tra Otto e Novecento”.

Sul filo della memoria racconta Nino Blando che:

“Qualche anno fa, La Lettura, il supplemento del Corriere della Sera che si occupa di cultura, pubblicò un articolo del filologo Marco Santagata dove si sosteneva che Elena Ferrante era Marcella Marmo, raffinata storica dell’eta contemporanea all’università di Napoli Federico II. La Marmo dovette smentire quella ricostruzione, anche se i percorsi biografici tra la misteriosa autrice e la professoressa, avevano dei punti di incontri, ma così facendo inevitabilmente si finì per parlare della sua vita sui giornali: era la sua storia che smontava quella basata solo su congetture fumose e indizi senza prove. Di processi indiziari non se ne dovrebbero mai fare, recitava il titolo di in suo saggio sul processo Cuocolo nel quale smonta il binomio tra verità giudiziaria e verità storica: erano due cose assolutamente diverse, spiegava con la chiarezza della sua elegante prosa letteraria come poche. Era successo anche che quando venne pubblicato un bellissimo libro della Marmo dedicato alla storia della camorra, subito venne accusata di avere nella copertina plagiato un altro best seller letterario, quello di Saviano con i famosi coltelli fuxia. Anche questa volta dovette spiegare che da una parte c’era la storia, quella che lei sapeva magistralmente raccontare, e dall’altra la fiction, sì di grande successo, ma sempre immaginazione, come per il caso della Ferrante. Questo intreccio tra rigorosa ricerca storica e incroci con la letteratura e la politica, di grandi capacità narrative e straordinaria affabulazione oratoria, rendeva indimenticabile ogni incontro, sui libri e di presenza, con Marcella Marmo, che se ne è andata troppo presto. Oltre ai suoi libri e articoli, ci ha lasciato ultimamente anche la curatela di due splendidi numeri monografici di Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali, che della Marmo racchiudono il modo di fare e scrivere la storia”.

Carolina Castellano la ricorda così:

“Sto pensando a Marcella Marmo, che se n’è andata oggi. Era una storica raffinata, una persona complessa e riservata, una studiosa accurata e generosa. Ha scritto lavori fondativi sulla storia della camorra, ma non solo. Ha lavorato sulle classi operaie di primo Novecento, sulla storia della giustizia e del processo penale, con una metodologia raffinata, capace di dialogare con altre discipline, l’antropologia in primo luogo. È un dispiacere profondo salutarla”.

Aurelio Musi scrive :

“Ci ha lasciato Marcella Marmo, storica contemporanea, allieva di Giuseppe Galasso e Pasquale Villani, straordinaria, rigorosa e finissima studiosa della storia della camorra e di altri aspetti della storia del Mezzogiorno tra Otto e Novecento. Donna di acuta sensibilità e intelligenza, amica affettuosa, mamma di Arianna, filologa classica e Carlo, degno erede della scuola del padre allergologo, Guido Sacerdoti. Ad Arianna, Carlo e alle sorelle di Marcella la vicinanza e l’affetto miei e di mia moglie Annamaria Tozzi”.

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