Post critico nei confronti di una scrittrice
di Stefano Brugnolo
Sulla critica testuale, paratestuale e pretestuosa; ovvero su letteratura e insulti
…ieri ho scritto qui un post critico nei confronti di una scrittrice. O meglio nei confronti di una ben specifica, ben circoscritta formulazione di quella scrittrice (non ho fatto nessun riferimento alla sua opera letteraria, che non conosco).
Mi capita spesso di portare delle critiche al paratesto. E cioè non al testo vero e proprio, ma a quel che sta intorno al testo: introduzioni, quarte di copertine, commenti, interviste, recensioni, ecc.
Per esempio, recentemente ho parlato spessoad un certo scrittore che però… non avevo letto. Lo facevo perché trovavo che i suoi lettori (qui su fb) fossero preventivamente, esorbitantemente pindaricamente celebrativi, e che insomma mancassero di una attitudine importante per chi commenta un libro: di un minimo di pathos della distanza, di oggettività descrittiva, di problematicità intellettuale.
Per loro quel libro era assolutamente, supremamente bello! Io semischerzosamente li invitavo a essere meno “fanatici”.
Ad un certo punto quei lettori hanno trovato le mie critiche irritanti (perché non ti leggi il romanzo?) e insomma ho desistito dalla mia critica “paratestuale”. Paratestuale ma non pretestuosa, credo io.
Come paratestuale ma non pretestuosa era la critica contenuta in quel mio post di ieri. Ora, molti altri sono intervenuti su quel post dandomi ragione o torto, anche in modo acceso ma argomentato e comunque non insultante.
Così che l’impressione che ne ho avuto è che ne valesse la pena, che discutendo anche se da posizioni diverse avessimo toccato temi e aspetti importanti che andavano al di là del caso specifico da cui ero partito.
Ma ecco alcuni sono stati davvero sbrigativi e, diciamola tutta, offensivi verso quella scrittrice, l’hanno maltrattata, senza ragione. E comunque senza tatto alcuno. Mi si dirà: questi sono i social baby, non fare la verginella, fattene una ragione. No, non me la faccio.
Perciò nel mentre confermo la mia critica circostanziata e specifica, e ringrazio quelle persone che mi hanno dato torto o ragione in modo specifico, mi dissocio da quelle che hanno espresso critiche sprezzanti.
Da “quelle” critiche, mi dissocio, perché molte altre invece anche se erano dure non erano per niente sprezzanti (sia che fossero rivolte a me sia alla Marzano).
Mi dissocio da “quelle” perché appunto ritengo che esse “rovinino” qualcosa che invece è emerso in queste e altre discussioni su fb: questioni relative ad una serie di problemi che vanno ben al di là della persona del singolo scrittore/scrittrice, questioni che ci riguardano tutti, che possono rivelarsi appassionanti.
Credo che il problema di molti qui sia proprio la “personalizzazione”. Parlare di Michela Marzano o di qualunque altra persona per me è un’occasione per parlare di questioni di carattere più generale, e invece mi accorgo che per qualcuno discernere questi due elementi è proprio difficile da fare.
Io per esempio nel mio post parlavo di una certa retorica della scrittura autobiografica, di un certo stile “vittimistico” ed ecco che magari qualcuno risponde dicendomi: “sì, hai ragione, io detesto la Marzano, non la sopporto”! E naturalmente anche peggio…
Va bene, è possibile che non la sopportiate, ma non è questo il punto, e comunque non scrivo mai post sulla base di mie antipatie idiosincrasie o detestazioni, quelle andrebbero tenute per sé.
E anche in questo caso perciò vorrei andare al di là del mio post, del “mio” caso e chiedermi: è possibile fare critica letteraria e culturale senza disprezzare e insultare le persone?
So già che qualcuno risponderà: ah ma la critica letteraria e culturale non è mica un pranzo di gala, cocco mio bello. Bisogna saper menare fendenti a destra e a manca.
E infatti chi ha mai detto che non bisogna farlo? Ma non sulle persone bensì sui loro (veri o presunti) difetti. Distinguiamo i piani. Non è poi così difficile. Se un poeta dimostra di non avere senso ritmo demoliamo i suoi versi non la sua persona!
Il mio augurio è che quando sulla mia pagina parliamo di letteratura e cultura riusciamo a sfuggire da questi meccanismi di azzanno tipici dei talk show televisivi acchiappa audience; impariamo ad essere critici, anche molto critici ed esigenti nei confronti delle “opere” ma asteniamoci da giudizi aspri sulle persone che quelle “opere” hanno prodotto. Una polemica che non rispetti questi parametri è sterile e noiosa, disonora tutti…