Pietre d’inciampo
di Giorgio Sabato Ferrari
Sono sempre stato contrario alle pietre d’inciampo. Trovo che siano la profanazione del nome di una persona assassinata. I nazisti lastricavano i marciapiedi con le lapidi trafugate nei cimiteri ebraici. Il nome per terra, in una strada, ricorda una persona ferita che non può rialzarsi ed è costretta a stare dove c’è solo sporcizia. Le pietre sono esposte per il ricordo ma anche per il disprezzo. Rischiano di essere bersaglio degli sputi, degli escrementi degli animali, dell’immondizia. Per Paolo di Tarso la pietra d’inciampo è pietra di scandalo, e Gesù, con i suoi discorsi duri (sklerós) è pietra di scandalo per i giudei. C’è poi il fatto che un artista, Gunter Demnig, ha la privativa per la fornitura delle “Stolperstein” (una fabbrica con all’attivo 80 mila pietre in tutta Europa). Le pietre costano (costavano) 120 euro l’una. Detto tutto questo oggi, assistendo alla scena di un padre e una figlia che puliscono la pietra d’inciampo davanti alla loro casa, mi sono commosso…