Non esiste una pace incondizionata
di Brunello Mantelli
Scusate, posso capire la “stufia” di Armando: questo è o dovrebbe essere un luogo di discussione di temi storici; nulla esclude la più stretta contemporaneità, tuttavia non è effettivamente opportuna una sua trasformazione in “bar al termine dell’universo” (per parafrasare la nota “Guida galattica per autostoppisti” dove esprimere le proprie simpatie ed antipatie. Ciò detto, vorrei chiarire la mia posizione (anche in riferimento al conflitto in corso a poche centinaia di chilometri da noi): sono un socialista libertario (perciò antibolscevico), e mi colloco all’interno del sistema di valori elaborato dal movimento operaio e socialista (deviazione bolscevica a parte), quindi non sono né posso essere un pacifista assoluto (posizione che rispetto e che ha le sue ragioni, ma che non può essere la mia); sono antimilitarista e contro la guerra, fermo restando però che la guerra non si deve fare, ma se tocca farla bisogna far di tutto per vincerla. E che se si è aggrediti occorre difendersi con tutti i mezzi possibili, così come è legittimo da parte di terze parti soccorrere in tutti i modi l’aggredito, dandogli ciò che meglio gli serve per difendersi. Chiedere all’aggredito di arrendersi per “salvare vite umane” è pretesa inaccettabile. Nella mia ideale galleria degli exempla ci stanno Spartaco, Oliver Cromwell e il suo new model army, i livellers e i true levellers, i giacobini (che la guerra non la volevano, la vollero i girondini, ma poi, costretti, la fecero e la vinsero), la sinistra socialista dell’USPD e Rosa Luxemburg, l’Armata rossa della Ruhr e i marinai insorti a Kronstadt nel 1921, Marek Edelmann e le milizie ebraiche insorte a Varsavia nel 1943, gli operai di Berlino Est in rivolta nel 1953, Imre Nagy e i consigli operai dell’Ungheria 1956, Aleksander Dubcek con gli operai e gli studenti di Praga nel 1968, il KOR e Solidarnosc polacca. E così via. Perciò sono per il sostegno totale e ragionato all’Ucraina e al suo legittimo governo. L’Ucraina può avere dei torti, ma tacciano le armi e se ne discuterà in una seria trattativa (che non è la resa proposta fino ad oggi dal gruppo dirigente della Federazione Russa).
