Mito e società nell’antica Grecia

di Igor Baglioni

Il valore creativo del sacrificio vedico, che non tende a rinchiudere l’uomo nel suo piccolo settore, ma ad assumere la perennità dell’ordine universale, il funzionamento regolare del cosmo, trova il suo corrispondente nel mito cosmogonico del Puruṣa, l’uomo primordiale che è contemporaneamente il primo sacrificio, la vittima sacrificale smembrata, e il prodotto del sacrificio, cioè la totalità del mondo: cielo, aria, terra, – dèi, bestie, uomini, che nascono dalle diverse parti del corpo di Puruṣa immolato. Il sacrificio indiano pone così immediatamente, tra il sacrificante, la vittima, gli dèi, quel movimento d’identificazione che il sacrificio greco rifiutava, respingeva al di fuori di sé in forme parossistiche e aberranti.

J.-P. Vernant, Mito e società nell’antica Grecia, tr. it. Torino 2007, p. 268.

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