Michelina Ferrara

di Monsignor Valentino Di Cerbo
Donna “Maichina” (Maika/Michelina Ferrara) quando ero bambino era una signora anziana e robusta che viveva in un bella casa moderna e ariosa in via Capo Sant’Angelo, di fronte alle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato e all’antica casa dei parenti del marito (Iannucci) che nella lapide settecentesca della Chiesa (ora sconsacrata) ad essa adiacente, vengono ricordati col titolo di “Magnifici”.
Non era di Frasso. Era nata
da una famiglia originaria di Sala Consilina nel New Jersey, dove aveva conosciuto e sposato il nostro compaesano Tommaso Iannucci col quale poi era venuta in Italia, mentre il resto della sua numerosa famiglia era rimasto in America, dove un fratello aveva fatto fortuna, divenendo proprietario di una catena di bar e ristoranti, cosa che nel 1970 gli meritò anche la partecipazione ad una trasmissione della RAI.
Quando l’ho conosciuta, Donna Maichina era vedova con numerosi figli (grandi): Luisa (sposata a Telese), Miranda (coniugata in età adulta con “don” Michele Agnone/ uno dei tre fratelli “scoppettoni” – chiamati cosi perché cacciatori provetti – senza figli), “Geltrude” (Gertrude, andata sposa a “don” Giovanni Gisondi – “Ommincuccio” – da cui aveva avuto 6 figli: Immacolata, Geppina, Emo, Tommaso, Maico, Emma, poi allontanatisi da Frasso, eccetto Maico), Linda (che rimase nubile), Maria (il cui vero nome era Edwige, andata sposa a Giovanni Amore, “Pilirusso”, da cui
ebbe tre figli: Vincenza, Luigi e Ornella. Maria, che è morta da poco ed abitava in via Agnoni, era una bella persona, riservata e prudente, che ha affrontato con dignità e coraggio tanti complessi eventi familiari e riusciva a conservare un clima sereno anche in famiglia nonostante i caratteri “vivaci” della suocera Vicenza ‘e Diamante e del marito.
Donna Maichina aveva anche un figlio maschio, “don” Domenico Iannucci, che viveva a Benevento, in famiglia rispettato e “venerato” (“crisciuto int’i cartuni”), come tutti i figli maschi unici (di un tempo), con tante sorelle.
Anche per le derivazioni americane, la presenza e il carattere aperto e allegro di
tante figlie femmine
(“incrementate”
successivamente dalla
presenza delle figlie più
grandi di Geltrude), la casa di donna Maichina era percepita come una casa moderna dove le nuove canzoni e le mode facevano subito capolino: una finestra sul mondo!
Alla fine, a motivo degli eventi naturali e delle partenze, in quella grande casa rimase solo Linda. Con gli anni e con la sua morte, si chiuse definitivamente quello spazio di vita che pure aveva portato in un paese isolato come Frasso un tocco di modernità.
Una vecchia foto con amici e membri della famiglia Iannucci.In prima fila, da sin.,
Donna Maichina, “don” Giovanni Gisondi (con il nipotino Martino, figlio di Immacolata), “don” Michele Agnone e la moglie Miranda con la nipotina Ornella Amore, alla fine della prima fila: Immacolata Gisondi e il marito Nicola Marchitto. In seconda fila, Luisa e il figlio Giuseppe Cusano, Maria (quarta da sin) e Linda (ottava da sin). Ultimo a dx, sempre in seconda fila, Luigi Amore. In terza fila, da sin, Emma Gisondi, Lucia Pacelli e il padre masto Giovanni.