Memorie di Gemma Capra, moglie del commissario Calabresi

di Mario Calabresi

Per anni mia madre ci ha parlato intorno al tavolo della cucina, un tavolo tondo dove ci siamo seduti a prendere il caffè ogni volta che c’era qualcosa di importante di cui discutere. In quello spazio piccolo, sotto una foto in bianco e nero del Cervino, ha preso forma, nel tempo, un’idea ben precisa del mondo. Un’idea di superamento della rabbia e del rancore a cui lei ha dedicato due terzi della sua vita.

Ad aprile dello scorso anno la convinsi a fare un’intervista podcast per parlare di quel percorso di pacificazione e di perdono cominciato cinquant’anni fa. Quel dialogo, che decidemmo di chiamare “La memoria ha le gambe” ha aperto una strada e ha spalancato i cassetti della memoria.
Così Gemma Capra, mia madre, la scorsa estate, ha deciso di provare a raccontare questo suo lungo percorso, cominciato il 17 maggio del 1972, quando a soli 25 anni rimase vedova con due bambini piccoli e un terzo nella pancia.

Ne è nato questo libro, sorprendente anche per me, che ci mostra come l’odio e il desiderio di vendetta si possano trasformare in fiducia negli altri e in amore.
Si intitola “La crepa e la luce”, uscirà martedì 1 marzo.

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