Mai alzare i toni in politica
di Federico Smidile
Una delle cose peggiori, dal punto di vista della convivenza civile, che questo governo di estrema destra sta facendo consiste nella sua volontà di creare costantemente un nemico, di alzare i toni, per poi lamentarsi e fare la vittima. Si tratta di una tattica tipica della destra, tattica che può preludere anche ad azioni fisiche violente, “giustificate” dal “timori per l’ordine pubblico. In pochi mesi abbiamo visto vari casi di questa costruzione del “nemico”. Il primo, un classico, è “il migrante”, ossia il naufrago, cui si ostenta di voler negare questa qualifica, e i diritti che essa comporta. Allo stile Salvini, che non a caso ha voluto quel Ministero delle Infrastrutture che ha il controllo della Guardia Costiera italiana, si è aggiunta la ferocia burocratica del suo ex Capo di Gabinetto, Prefetto di Roma sino a poco prima della nascita del Governo Meloni, Matteo Piantedosi. La Lega lo considera, a buon diritto, un suo elemento e il Prefetto, che è feroce ma anche molto intelligente, ha fatto il suo “dovere”. Prima ha inventato gli sbarchi selettivi, con una micidiale selezione al contrario che ha ricordato momento terrificanti della storia. Poi ha aggiunto la trova del Porto di Sbarco non come previsto dalle Convenzioni nel luogo più vicino a dove è stato effettuato il salvataggio in mare. In pratica, Piantedosi ha inventato il POS (Porto Sicuro di Sbarco) a distanza. Sei stato salvato nei pressi di Lampedusa? Bene, Ti spedisco a La Spezia, a 100 ore di navigazione. Le convenzioni internazionali prevedono che sia, invece, designato il porto sicuro più vicino? Non conta. Nonostante questa disposizione si trovi nelle Convenzioni internazionali, recepite dall’Italia. In più la fantasia del burocrate al Viminale ha anche immaginato di imporre ad una nave di effettuare un solo salvataggio in mare. Altra violazione delle convenzioni che obbligano al salvataggio ogni volta che vi sia un rischio di naufragio. Quando Piantedosi dovrà annullare questi decreto la destra potrà inveire contro la stessa Europa che pure cerca di tenersi buona.
Sempre il grande burocrate s’è inventato la norma anti Rave che era tanto generica e pericolosa da preoccupare pure Forza Italia, che non è esattamente di sinistra. Prima decisione del Governo Meloni, tra l’altro. Come se in Italia vi fossero ogni anno centinaia di Rave illegali e come se non bastassero le norme esistenti, usate dai prefetti come a Modena ad ottobre, per evitare guai.
Ora siamo alla fase “dalli all’anarchico”, con il corollario di un attacco a quel PD che, a quanto sembra, la destra teme nonostante le gravi difficoltà nelle quali versa quel partito. La tesi di Donzelli, ripetuta scioccamente dai media, di una contiguità tra “terrorismo e mafia” e PD, perché alcuni deputati sono andati, come prevede l’articolo 67 della legge ordinamento penitenziario, applicata dall’articolo 117 del regolamento di attuazione della suddetta legge, a visitare Cospito (in realtà sono andati a visitare le carceri), l’anarchico sottoposto al 41-bis. Ora, a parte la volgarità dell’attacco di Donzelli, a parte il fatto che le rivelazioni da lui fatte, su assist di Delmastro, mandano per aria indagini delicatissime, evidenziando il senso istituzionale del Vice Presidente Copasir e del sottosegretario alla giustizia delegato al DAP, ha scatenato un preoccupante “dalli all’anarchico”. Come sei gli anarchici fossero milioni, collegati tra loro e con mafie e camorre varie, e magari pure con l’estero. Manifestazioni con cento persone 1000 poliziotti, allarmi che partono direttamente dalla Presidente del Consiglio, nuovi attacchi al PD “complice”, evidenziano ancora una volta la caccia al nemico che, appunto, caratterizza la destra. Una caccia pericolosa e sovversiva che se parte dalla ampia maggioranza parlamentare e dal Governo rischia di scassare davvero, per molto tempo, la stessa convivenza civile nel Paese.
Non è una sorpresa conoscendo quel partito però la preoccupazione resta.