Luigi Vanvitelli e il potere terapeutico delle acque ischitane

di Nando Astarita

Luigi Vanvitelli per i suoi acciacchi ed infortuni ricorreva alle cure con l’acqua d’ Ischia e oltre che a quelle delle stufe delle terme di Agnano.
Capitò infatti che nel 1756, nello smontare da cavallo ( ancora poteva permetterselo) prese una brutta distorsione alla caviglia. Da allora, forse anche per le sue condizioni generali di salute, il male ritardava a cessare ed allora, anche su consiglio del medico del Re, cominciò a curarsi in casa immergendo la caviglia nell’acqua sulfurea che si faceva spedire da Ischia in barilotti.
E così, tra le tante cose di cui riferisce per lettera al fratello, comincia ad informarlo ciclicamente anche di questa sua cura: “Io finalmente per rinvenire dalla debolezza del mio piede sono tre sere che lo pongo a bagno nell’acqua di Ischia con moltissimo miglioramento. Spero in breve essere libero affatto”. Ma, evidentemente, il sollevo è solo temporaneo dacché ogni anno sara costretto a ripetere la cura tant’è che nell’agosto 1758 racconta ancora al fratello che “ Domani iincominciarò il bagno alla parte sola, e questo lo seguiterò per qualche tempo, cioè per fin che puotrò.” Ma questa cura durerà a lungo visto che solo nell’agosto del 1761 potrà comunicare : “ ho terminato i bagni e, per grazia di Dio, mi giovano notabilmente.“
Ed allora, forse incoraggiato dai benefici di quell’acqua ischitana oltre al bisogno di riposo, l’anno successivo decise di andare a a trascorrere un periodo la Casamicciola e il 6 luglio del 1762 annota:
mpiegarmi a far niente, come da tutti sono consigliato, e solo pensare a prendere cinque o sette bagni a calor di sole, cioè freddi e minerali.” . E puntualmente pin riprende a relazionare su questa sua esperienza lasciandoci belli se note su ciò che era a quel tempo Casamicciola con le sue possibilità di cura e riposo:
“ Isola d’Ischia a Casamicciola 13 luglio 1762.
Carissimo fratello, partito da Napoli per Pozzuoli lunedì notte 12, alle sette ore; qui trovai pronta la feluca la quale poi ci condusse alla spiaggia dei bagni alle ore 13 ( era in compagnia del padre provinciale passato dei Minimi, Don Giuseppe Monticelli con il suo fratello carnale e parimenti religioso dello stesso ordine). Arrivati alla spiaggia era pronta una sedia a mano per me e due chinee, alias asini con bardella per i padri. Il mio servitore Giuseppe e l’altro dei padri a piedi l’incamminassimo verso Casamicciola luogo rustico, distante circa due miglia dalla marina. Quelli pratici villani dell’sola, per quelle salite irte, come io fossi una penna mi portarono fino alla casa d’abitazione, la quale consiste in sei camere sufficienti. Non appena giunti in terra, li detti li baulli ed altre masserizie furono tolte dalla feluca da un monte di uomini e donne incognite, le quali per viottoli si arrampicarono sollecitamente, di modo che in arrivare ritrovassimo fedelmente tutto senza mancare nulla. Ma poi, secondo il solito, riuscì un superbo contrasto per il pagamento del trasporto, onde ci volle il ministro della casa che si abita per fare il riparto, che fu bello per il continuo contrasto tra loro, mentre ognuno pretendeva di aver portato qualche libro di peso in più dell’altro. Si pranzò e il dopo pranzo andiamo a vedere i bagni, che sono distanti circa un miglio dalla mia abitazione. Le acque sono chiarissime ma, ma bollenti, ed ho riconosciuto ad evidenza che le torbidissime, nelle quali mi sono bagnato nei due passati anni in Napoli, non sono queste, ma alcune altre che nascono in un fosso bollentissime e torbide alla spiaggia del mare. Questa isola è carica di vigne e fa buoni frutti ma da mangiare in abbondanza, e si pescano dei buoni pesci, ma non ma non vi è pane buono e non vi sono bone carni, onde tutto da Napoli conviene far venire. Prussiano alli bagni vi è un ospizio per gli ammalati che si mantiene dal Monte ossia deputazione della Misericordia. La fabbrica è grande tanto che in ogni muta di malati (che sono due consecutive ogni anno ) vi vengono 50 regolari, altrettanti preti secolari, e 150 scolari d’ogni ceto. Questi a spese dell’opera pia si imbarcano in Napoli, sono condotti qua, ove restano alloggiati, mantenuti e curati per 10 giorni continui. indi ricondotti in Napoli, senza altra loro spese.per servirli e poi vi è tanta gente, che uniti sono più di 500 persone, fra le quali vi è il Cavaliere deputato, che presentemente è Don Ciccio Caracciolo, il quale mi fa delle finezze, e ciò mediante non potrà mancarmi cosa alcuna per il mio governo e comodo, cioè pane e carne buona, co’ miei denari però perché in quell’ospizio si fa tutto il pane che occorre e si macellano vitelle eccetera. Si aspetta in questa settimana il medico Serrao, che viene per i bagni ancor lui, il principe di Camporeale, uno deiR Reggenti , il dica di Monteleone ed altri ancora li quali popolano di nobiltà questo paese, e somministra moneta a tutti questi isolani, perché si paga ancor chi vi saluta….Andremo facendo relazioni di ciò che accade, perché non voglio far cosa alcuna per il tempo che starò in Ischia.
Domani a Dio piacendo, mi caverò il sangue; giovedì si riposa. Venerdì si prende medicina, sabato riposo, domenica sarà il primo giorno in casa ove fedelmente verrà l’acqua vera; dopo tre consecutivi giorni vi sarà riposo di uno o due, e così fin’a sette o otto. Dopo si vedrà se andrà bene come spero e si prenderà un giorno o due d’arena …”

( Hackert: Veduta di Ischia con pescatori e barche in primo piano,sullo sfondo delle case.)

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: