L’era della pandemia
di Brunello Mantelli
Sul danno (indubbio!) e l’utilità (per trovarla occorre guardar bene) della pandemia
Perché: “utilità”? Perché costringe gli esseri umani a fare i conti con l’idea di limite, di rischio, di probabilità, di ragionevolezza. Perché spazza via l’idea che sia possibile al soggetto far tutto ciò che vuole, senza tener conto dei limiti oggettivi. Perché costringe ad anteporre la ragione al desiderio, a rendersi conto che si fa ciò che si può, NON ciò che si vuole. Perché pone fine alla dimensione megalomane e psicotica del soggetto individuale desiderante così come si era costituito negli ultimi tre decenni, obbligando gli umani a guardarsi di nuovo attorno, a considerare la dimensione collettiva, a prendersi cura anche degli altri.
Non per caso a pretendere di continuare come prima, a voler fare come se nulla fosse successo è uno schieramento composito ed estremamente contraddittorio, che va dai Trump, Bolsonaro, Boris Johnson prima maniera, a segmenti anarcoidi (NON anarchici!) della sinistra, a guru del pensiero come Agamben o Cacciari (si tralasciano qui i guitti alla Ugo Mattei) passando, in casa nostra, per Lega, FdI, M5*; gente tra loro diversissima ma che ha un dato in comune: l’idea di libertà individuale legibus soluta. Un’idea che nulla ha a che fare con qualsiasi prospettiva socialista, collettivista e comunitaria, in cui la libertà del singolo scaturisce dall’autodeterminazione di tutti.