Leggendo la Divina Commedia in una notte insonne
di Federico Smidile
Approfittando di una notte insonne e di un lungo giorno vuoto, diciamo, ho portato avanti e concluso la seconda cantica della Divina Commedia, quel purgatorio sin troppo negletto. Certo, la poesia si fa difficile, le speculazioni filosofiche e religiose sono complesse. E personaggi e vicende narrate sono spesso quasi contemporanee di Dante e quindi difficilmente intellegibili per noi. Ma la poesia è sublime, anche quando il senso sfugge. Vi è una malinconia da tramonto che contrasta col fatto che le anime che espiano saranno tutte salve, Dante compreso. E la scena dell’addio di Virgilio che, come ragione, non può più aiutare Dante, è toccante e lo sdegnoso tosco sfida le cazziate di Beatrice per piangere il suo Maestro. Infine, i racconti carichi di simboli e di allegorie sono dei veri fuochi d’artificio che introducono alla immensa cantica finale, il Paradiso ritrovato.
