Legge e ordine
di Eugenio Capozzi
Non sono un giurista, ma la riforma per decreto dell’articolo 434 del Codice penale decisa dal governo per combattere rave e occupazioni illegali mi pare scritta malissimo (“l’invasione consiste dell’invasione”) e, a occhio, pericolosamente ambigua sul piano dei contenuti, dal momento che intende proibire e punire anche concentrazioni di persone su “terreni pubblici” (quindi anche strade e piazze?) ritenute pericolose per ordine, incolumità e salute pubblica. È legittimo almeno il timore che forze dell’ordine o magistrati particolarmente zelanti possano usare questo comma in modo capzioso anche per limitare o impedire la libertà di riunione e manifestazione. L’esperienza del 2020-2021 già a leggi vigenti, e con l’aggiunta di Dpcm e ordinanze varie, da tale punto di vista ha prodotto esiti pesanti di repressione delle libertà civili, e francamente non si sentiva proprio il bisogno, per fermare qualche comitiva di sciamannati in vena di ballo/sballo, di provvedimenti che potrebbero fornire ulteriori pretesti per restrizioni alla vita sociale.
Detto questo, però, il fatto che a protestare oggi ad alta voce contro questo decreto, con toni molto allarmati, sia quel PD che per più di due anni ha approvato e incoraggiato tutte le restrizioni più inaccettabili e assurde alle libertà dei cittadini – lockdown, coprifuoco, chiusura delle regioni, chiusure di esercizi e attività, lasciapassare e obbligo vaccinale – , che ha applaudito alla repressione poliziesca di manifestazioni pacifiche di dissenso contro il regime emergenzialista, che ancora oggi sostiene la continuazione dell’apartheid per i non vaccinati è davvero surreale, anzi manicomiale. È l’esempio più spudorato del “bispensiero” orwelliano. Fa vacillare tutte le mie capacità di comprensione e giudizio. Sul serio, o sono matti loro o lo sono io.