L’Aquila e il suo castello

di Umberto Dante

La maggiore trasformazione intervenuta negli equilibri mediterranei fu frutto di una fortunata sequenza di matrimoni regali: la protettrice di Cristoforo Colombo, Isabella regina di Castiglia, si sposò con Ferdinando di Aragona, unificando la penisola iberica nel regno di Spagna.

Successivamente, nel gioco dei matrimoni venne inserita anche la dinastia imperiale degli Asburgo, che portò le Fiandre e le aspirazioni imperiali in Germania.


Se si considerano gli immensi e crescenti possessi americani, il beneficiario della catena di fortunati matrimoni, Carlo V di Asburgo, potrà vantarsi, al culmine della propria potenza, di possedere un dominio nel quale “il sole non tramontava mai”.


Questa espansione degli Asburgo segnò per due secoli la vicenda mediterranea, in cui si introdusse una forza militare decisiva e compatta, proprio mentre il resto dell’Europa era dilacerato dalle guerre di religione, vere e proprie guerre civili.


Una delle determinazioni più forti della politica spagnola in Italia a partire dal XVI secolo fu la repressione più sistematica della “audacia degli aquilani”.


Gli spagnoli, a differenza dei maggiori principi italiani, conoscevano bene la grande transumanza che da tempo veniva praticata nella meseta.
Capivano bene che la funzione dei “texani aquilani” non era più necessaria mentre era invece indispensabile liquidare il “patriottismo municipale” della Città, sempre pronta a fare politica autonoma frascheggiando con Roma e con la Francia.


Questa determinazione spagnola portò ad una sottrazione di funzioni di governo alla Città, con un accentramento militare e politico a Chieti.
A sancire in modo indelebile questa decisione fu la costruzione, all’apice dell’Aquila, di una formidabile fortificazione, il Castello, costruzione realizzata anche con l’abbattimento di parti del tessuto urbano.


Chi conosce l’animo e la storia dell’Aquila capisce bene l’inaudita ed irreparabile sopraffazione introdotta dal Castello.
Probabilmente, il peso di questa azione andrebbe adeguatamente valutato in sede storica.
Di fatto, costituisce la più importante cesura dentro la storia aquilana.
Cesura esasperata dalla totale perdita di ruolo politico, con il superamento, sino a quel momento impensabile, da parte dell’Abruzzo orientale.


Da grande potenza europea la Città diviene comprimaria persino nelle terre circonvicine.

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