L’aggressore e l’aggredito

di Bobo Craxi

Il pacifismo é un sentimento nobile che deve albergare nelle coscienze di tutti i popoli democratici, a maggior ragione in un popolo a maggioranza cristiana come il nostro; gli orrori della guerra entrano nelle case e non c’è nessun altro sentimento da cui possiamo essere mossi e cioè quello che finisca al più presto la guerra; per qualsiasi ragione essa sia cominciata.
Il dialogo, la diplomazia, il buon senso comune dovrebbe poter prevalere nelle classi dirigenti dei paesi che si stanno affrontando, non ad armi pari ma con un grande dislivello di mezzi e tecnologie.
Detto questo. Oggi due grandi organizzazioni sindacali e la rete pacifista manifestano questa volontà di far tacere le armi. Omettono tuttavia un punto, ed in politica non è ammessa alcuna ambiguità:
Esiste un aggressore ed uno stato aggredito. Le cose non stanno sullo stesso piano. E il paese aggressore sta attentando alla sovranità legale e territoriale di una nazione.
I democratici hanno il dovere politico e morale di schierarsi politicamente a fianco di questi ultimi ed evitare posizioni furbescamente neutrali.
Per questa ragione la piattaforma con la quale viene convocata la manifestazione é politicamente da rigettare perché nel nome di un generico pacifismo si rifiuta di riconoscere che esistono i diritti dell’aggredito di reagire. E nega la possibilità ai paesi democratici di poter sostenere questo sforzo. Penso che sia giusto affermare che si vuole una pace giusta ed una cessazione immediata delle offensive russe riaprendo gli spiragli di una soluzione politica. Altro significa, nei fatti, lasciare indisturbati gli aggressori.

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