La versione di Mario Draghi

di Brunello Mantelli

Non ho sentito in diretta discorso e replica di Draghi in Senato ieri l’altro.

Può ben darsi che le retoriche (cioè il modo di dire le cose) scelte da Mario Draghi non siano state le migliori, e tuttavia difficilmente lo stato di cose presenti avrebbe potuto essere illustrato diversamente.

Provo a riassumere:

a) Draghi non vive di politica, ha un altro mestiere (un bel mestiere, a prescindere da ogni considerazione sulle scelte che egli possa aver fatto alla BCE);

b) non è Draghi ad aver chiesto di fare il presidente del Consiglio, è stata la politica ad averlo chiamato, non essendo stata in grado, la politica, di risolvere la crisi in cui si dibatteva;

c) se si viene chiamati da fuori a sbrogliare le matasse, va da sé che si chieda una forte autonomia decisionale;

d) avvicinandosi le elezioni, gran parte di quegli stessi partiti (o larve di partiti) che han chiamato Draghi perché gli cavasse le castagne dal fuoco ha cominciato a fare i capricci su questo o quel punto, sì da poter recuperare un profilo che non son più in grado di basare su qualche idea forza (pur se schifida: i tassisti di Salvini come sostituto dell’autonomia bossiana del Nord; l’inceneritore di Roma al posto dell’uno-vale-uno per i 5Stalle etc.);

e) era appena ragionevole che Draghi rifiutasse di trasformarsi da capitano del popolo chiamato a salvare la patria in burattino di avvocaticchi, vecchietti liftati e trigami-dotati-di-rosario.

f) il risultato son state le avventuristiche elezioni anticipate al 25 settembre;

g) che in via Gaeta 5, Roma, abbiano fatto pressioni o meno perché a questo si arrivasse non si sa, sicuramente ora si stan fregando le mani (e tengono pronto il libretto degli assegni. Al loro posto io farei lo stesso).

h) chi gioisca per la caduta del governo Draghi sia coerente, il 25 settembre voti Meloni, o – in subordine – Salvini, evitando di suffragare aggregazioni da prefisso telefonico internazionale.

i) chi tema una assai probabile catastrofe voti l’aggregato che il PD riuscirà a costruire attorno a sé. Altre vie non ci sono.

l) quanto ai 5Stelle, che finiscano nella pattumiera della storia. Lì erano destinati da sempre ad andare.

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