La tragica fine di Gaia Randazzo

di Massimiliano Griner

La tragica fine della ventenne Gaia Randazzo, suicida durante la traversata da Genova a Palermo, mostra chiaramente, come scrivevo, che preparativi per il futuro (in questo caso far visita alla nonna, o prendere la patente) e desiderio di morte possono coesistere, e quasi sempre coesistono, nella stessa persona, al punto da ingannare anche le persone più prossime al suicida.
Insomma, quel che crediamo di sapere degli altri, anche le persone a cui siamo più vicine (e vale anche per gli agenti segreti), non è quasi mai la miglior guida per decifrare le loro reali intenzioni.
Detto altrimenti, l’umanità è varia.
Più varia degli schemi banali in cui cerchiamo o vogliamo intrappolarla.
Una banale ovvietà, che qualche giornalista però non comprende, e che altri colleghi magari comprendono, ma decidono di trascurare comunque.
Ovviamente la mia simpatia va per i secondi.
Sgombrato il campo dagli a dir poco inesistenti misteri sulla morte della povera ragazza, rimangono ancora aperti quelli su un altro caso mediatico, la morte di Liliana Resinovich.
Per chi non lo sapesse, Liliana era una signora sposata di Trieste, il cui corpo è stato rinvenuto solo una ventina di giorni dopo la sua scomparsa, un anno fa, nei giardini dell’ex manicomio cittadino.
Diversamente da Gaia, Liliana non ha lasciato alcun messaggio con cui annunciava la sua intenzione di ammazzarsi, e così si è gridato al delitto. Anche perché il suo corpo è stato trovato avvolto in un paio di sacchi dell’immondizia.
Ora, è possibile che Liliana sia stata ammazzata, ma certo non perché non ha lasciato alcun biglietto d’addio.
Come è ovvio, non tutti i suicidi scrivono messaggi d’addio (l’umanità è varia).
E non si vede neppure la ragione per cui un suicida non possa avvolgersi da solo in un sacco dell’immondizia prima di farla finita.
Anzi, alcuni lo hanno fatto per certo.
Negli ultimi mesi di vita, però, Liliana aveva imbastito una qualche specie di relazione extraconiugale con un vecchio amico (sulla cui natura, intensità e scopi nulla sappiamo, dato che queste cose sono poco accessibili tranne a chi le vive in prima persona, e spesso neanche a costoro), e qualche tempo prima di sparire aveva fatto delle ricerche su internet per capire come divorziare.
Il “mistero” della morte di Liliana, tanto decantato dai media quanto quello di Gaia, si baserebbe allora sull’assunto che una donna che ha appena intrapreso una relazione extraconiugale e che si documenta sul divorzio non avrebbe alcuna motivazione per suicidarsi.
Ancora una volta, quanta ingenuità sulla natura umana (c’è da augurarsi apparente), in queste asserzioni!
E quanto invece è ovvio che una donna che ha intrapreso una relazione extraconiugale e abbia valutato se e come sciogliere il vincolo del matrimonio potrebbe (dico potrebbe) essere a tal punto scissa e confusa da non vedere altra strada che il suicidio.
E le ragioni sono ancora una volta semplici.
Avere una relazione extraconiugale non è necessariamente una fonte di gioia e di speranza per il futuro, come il suo poco discreto amante ripete a piè sospinto (era un maratoneta) a ogni intervista. Magari per lui era così, ma neppure a lui, anche se mostra di non saperlo, può essere noto come stesse vivendo la loro relazione Liliana.
Sappiamo anzi per certo che per alcuni, forse per molti, questo genere di relazioni può essere fonte di ansia, di senso di colpa e di stress. Un vicolo cieco da cui non si sa come uscire.
Quanto alle ricerche sul divorzio, non sono affatto segnale certo che una persona sia pronta a compiere quel passo.
Anzi, per quanto ne sappiamo, potrebbero provare anche il contrario, ossia che dopo la ricerca Liliana abbia sentito che non era affatto quello il passo che voleva fare.
Dunque, a quanto ne sappiamo, Liliana potrebbe essersi suicidata.
Chi sostiene che al contrario sia stata assassinata, e che qualcuno dovrà rispondere (il marito, inutile dirlo, è in cima alla lista dei sospettati), potrebbe anche avere buone ragioni.
Ma farebbe meglio a non cercarle in presupposti che non hanno alcun fondamento, e che fanno a pugni con la complessità della natura umana.

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