La teoria politica di Karl Marx

di Marzio Zananatoni

NOVITA’ IN LIBRERIA. Ecco un libro, diviso in due tomi, che appare subito come una rarità per i tempi correnti. Intanto son ben 1380 pagine molto fitte complessive e questo, abituati come ormai siamo ai saggi che gli editori chiedono di 200 pagine al massimo, già appare straordinario. Lo apriamo e troviamo subito un’altra caratteristica oggi inusuale: le note a piè di pagina: quelle note lunghissime, che di per sé costituiscono dei paragrafi a parte, quindi non solamente bibliografiche ma di discussione e ulteriore approfondimento. E poi, ovviamente, c’è il contenuto: un nuovo testo su Marx, più esattamente sulla teoria politica di Marx, che lascia sopresi (un altro libro su Marx?) ma anche desiderosi di capire se l’Autore in 1300 pagine ci offre qualcosa di nuovo (Michele Prospero, La teoria politica di Marx, 2 voll., Boudeaux edizioni, pp. 1285, euro 40,00).
La mole dei due tomi può inizialmente respingere la lettura, ma se con buona volontà e interesse ci si immerge in queste pagine, la buona scrittura e una chiara strutturazione del testo, riesce a condurre il lettore sino alla fine. Molto in sintesi: Prospero, sulle orme lontane di Norberto Bobbio, si chiede se esiste in Marx una teoria politica dello Stato. Problema enorme, spesso risolto negativamente: per decenni Marx è stato considerato un classico dell’economia politica capitalistica ma un generico utopista riguardo una chiara visione dello stato socialista. Prospero non solo dimostra l’esistenza di una teoria politica in Marx, ma ne traccia anche i termini e, sulla scorta di un testo molto poco considerato, delinea i principi costituzionali di una Stato socialista. Ma ciò che maggiormente colpisce è la valutazione positiva della “forza della democrazia”, è lo svilupparsi, dalle opere giovali alle ultime, non più e non solo di una visione romantica e utopistica del futuro, di una ideologia dell’estinzione dello Stato, ma una forte presenza della «politica», della costruzione di valori e diritti per spingere la democrazia fuori dall’ambito liberale, per dare ad essa, insomma, nuova sostanza. È questo il vero Marx, si chiedeva Stefano Petrucciani nella sua recensione al libro sul Manifesto di qualche settimana fa? Chissà, certamente Prospero ci dimostra che qualcosa di nuovo su Marx è ancora possibile dire.

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