La relazione del cardinale Zuppi

di Monsignor Valentino Di Cervo

Ho letto con molto interesse la relazione del Card. Zuppi al recente Consiglio permanente della CEI. Conosco don Mahtteo da ragazzo, lo stimo e ho condiviso felicemente con lui l’appartenenza alla Chiesa Madre di Roma. Il testo è pieno di prospettive e di speranze, ma confrontando alcune proposte con la realtà effettuale di certe nostre Chiese, mi sono tornate alla mente le relazioni sulla Compagnia dell’Immacolata (inesistente) che, quando ero alunno del Collegio salesiano di Caserta, in qualità di Presidente (nominato dai Superiori) mi toccava fare alla fine di ogni anno per farle arrivare a Torino. Era tutta una fatica per descrivere il nulla.
Il Cardinale, in linea con Papa Francesco, presenta come fattore di rinascita e di “Primavera” il Cammino sinodale delle Chiese in Italia e le tappe suggerite dalla CEI. Non so cosa stia succedendo nelle grandi e virtuose diocesi del Nord, ma guardando alla realtà che mi è più vicina, penso che il cammino sinodale non farà uscire il cattolicesimo italiano dall’Inverno. Infatti com’è possibile parlare di cammino sinodale (e di crescita di una mentalità sinodale) in alcune diocesi dove la mentalità individualistica e clericale domina incontrastata, nel 90% – se non il 100% – delle parrocchie manca il Consiglio pastorale o il Consiglio degli Affari economici e dove tutto si muove (o non si muove) per impulso del parroco-dittatore di turno? Come può nascere la primavera dove non si ascolta mai il Popolo di Dio e dove certe riunioni “sinodali” (rare) vengono fatte per dire in Alto che ci si sta muovendo? Come può nascere la primavera in contesti il cui la casta clericale rimprovera i comportamenti religiosi cui i fedeli sono stati educati o portati dalla casta clericale precedente, senza chiedere scusa, senza avvicinarsi a tali “defaillance” pastorali con l’amore paterno di chi vuol far crescere chi vive una fede vuota e vuole educare alla comunione?
Sono rimasto molto addolorato per la durezza verso i loro fedeli di alcuni preti giovani (in occasione dell’abolizione dei padrini decretata dal proprio Vescovo), senza domandarsi di chi è la colpa se il padrinato è caduto così in basso e cosa si è fatto finora per risollevarlo? Davanti alle loro reazioni di fronte alle argomentazioni di tante persone mi sembrava di sentire le risposte dei farisei al cieco nato guarito: “Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?”….
Sono ragionamenti umani, lo so, ma mettendomi davanti al Signore penso, che come dice il mio amico Cardinale e come tante volte è avvenuto nella lunga storia della Chiesa la primavera è possibile perché il cuore di Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

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