La politica culturale del fascismo

di Marzio Zanantoni

Nell’anno del centenario della “marcia” fascista su Roma e in attesa dei maggiori convegni storici previsti per l’autunno, continuano a uscire libri dedicati al regime mussoliniano. Tra gli ultimi volumi va segnalata la pubblicazione collettanea, a cura dell’Istituto italiano di Studi germanici, del libro “La politica culturale del fascismo. 1. Le istituzioni culturali”, a cura di Elisa D’Annibale, euro 30,00. L’Indice è ricchissimo di saggi anche innovativi, soprattutto bene documentati attraverso ricerche d’archivio suggestive. Basta vedere le sezioni che compongono il volume per rendersi conto di quanto la panoramica intorno ai modi in cui il fascismo ha inteso e organizzato la sua politica culturale sia stata approfondita: 1. Costruzione dell’ideologia e politica culturale; 2. Istituzioni e centri di ricerca; 3. Cultura popolare, 4. Media e spettacolo.
Tra i tantissimi interventi di valore credo siano da rimarcare quelli di Albertina Vittoria, più generale e dedicato al ruolo degli intellettuali; quello di Alice Crisanti, che da anni sta portando alla luce il ruolo poco conosciuto, ma essenziale anche per la politica estera e culturale del regima, dell’Istituto Italiano per il Medio e Estremo Oriente; quello di Elisa Guzzo Vaccarino dedicato all’Accademia Nazionale di Danza, nel quale emerge esplicitamente il ruolo della danza come atto di fede e come dogma. Un’unica perplessità: risulta un po’ fuorviante la sezione dedicata alla “cultura popolare”, con soli tre interventi, che rimanda a un tema fondamentale che tuttavia qui emerge molto da lontano: quanto le istituzioni culturali del regime hanno pensato, progettato e costruito una cultura “bassa”, atta a trasmettere l’ideologia fascista negli strati più ampi della popolazione? Quale narrativa, quali fumetti, quali fotoromanzi, quale manualistica erano davvero entrati nell’immaginario di massa? Gramsci nei Quaderni del carcere aveva iniziato una riflessione straordinaria in questo senso. Potrebbe essere l’occasione di una prossima indagine più approfondita.

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