La morale cattolica come impostazione etica

di Monsignor Valentino Di Cerbo

Ho letto spesso sul volto di taluni “laici illuminati” un risolino di commiserazione circa la “morale cattolica” e quanti la praticano. Rimango poi molto perplesso rispetto allo strapparsi le vesti di personaggi del genere in occasione di episodi di violenza, di corruzione e di abusi sulle donne. E, pensando all’affermazione che Dostoevskij mette sulla bocca di Ivan nel celebre romanzo ‘I Fratelli Karamazov’: “Se Dio non esiste tutto è possibile”, mi chiedo cosa si aspettino dall’espungere la fede cristiana dalla convivenza civile i nostri laicisti cui dà fastidio (fino a diventare ridicoli) persino parlare di Natale, Pasqua e dei nomi cristiani, sempre più a favore di un politically correct che tutto livella e inutilmente spera onestà, trasparenza, scelte morali forti e retto agire da una morale asettica dai contorni sfumati.

Forse bisognerebbe fare lo sforzo di mettersi nella testa di tante persone cui certa mentalità corrente – che prescinde da Dio e dai valori forti – ha funzionato da diserbante di ogni punto morale fermo, e domandarsi perché dovrebbero agire diversamente, e in nome di che, privarsi di comportamenti piacevoli e fare rinunce costose per rispettare il prossimo. E la realtà delle cose conferma che non basta la paura delle leggi.

La stessa cosa vorrei dire a qualche mio giovane amico, un po’ presuntuoso e superficiale, che di fronte ai fenomeni religiosi o a scelte di fede che hanno motivato i comportamenti di milioni di esseri umani, si ferma a banali descrizioni storiche senza considerare la passione religiosa e civile (presente nei cristiani sinceri, nei santi, nei missionari e in tanti Pastori) che ad essi è sottesa e che ne ha reso possibile l’esistenza e il peso nella crescita della società, come se tutto fosse frutto di superstizioni o di illusioni di poveri esseri sprovveduti o ingenui.

È vero che talora la “morale cattolica” in mano ai bigotti ha mostrato la parte peggiore di sé ed ha occultato i valori di cui è portatrice, evidenziando solo i “no”, senza far comprendere che certi “no”, religiosamente motivati, altro non sono che dei “si” alla grandezza e alla dignità della persona umana, come dimostra la continua riflessione morale del Magistero su tali delicati argomenti.

Da ieri i media ricordando la morte del giornalista e politico David Sassoli, hanno evidenziato il salto di qualità presente nel suo impegno a servizio delle Istituzioni, motivandolo con la sua formazione cattolica. Se non fosse chiaro lo straordinario contributo che il Cristianesimo da sempre ha offerto alla promozione umana, basterebbe il ricordo dell’azione onesta, lungimirante e coraggiosa di David Sassoli per capire la stoltezza di quanti gioiscono nel vedere che il cristianesimo perde mordente nel contesto contemporaneo, abbandonandosi a sognare una società in cui mancano i valori forti e la passione nel sostenerli che hanno animato e fatto crescere la storia migliore degli uomini nelle varie epoche.

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