La Mericana
di Marzio Zananatoni
NOVITÀ IN LIBRERIA. Ritrovare e rileggere le proprie radici. È questo che fa Cristina (Doriana) Sarzi Amadè con il suo libro “La Mericana. L’emigrazione, il dopoguerra, la vita in campagna”, FdBooks, euro 16,90 (disponibile anche su Amazon). E tutto diventa più suggestivo e fonte di emozioni perché quelle radici sono anche le mie, un pezzo della mia famiglia da parte materna. Doriana è una lontana parente della quale avevo perso le tracce fisiche da sessant’anni. All’improvviso mi giunge questo libro e i ricordi riaffiorano, le genealogie ricompaiono. La protagonista- la Mericana- è la nonna (emigrata dal Veneto a fine 800) che dalla Pennsylvania nel 1920 torna in Italia, nel mantovano. Si sposa, ha figli e nipoti. Le famiglie fanno quello che è più consueto agli inizi del 900: agricoltori, contadini, braccianti. Intrecciano relazioni matrimoniali e qui arriva il mio ramo materno, che finalmente riesco a capire meglio. Tutto questo nel racconto sta dentro una bellissima, emozionante descrizione di un contesto storico costituito dal lavoro e dalle trasformazioni del suolo agrario della valle padana, operato da decine di migliaia di contadini. Ecco perché, pur essendo il libro una storia “privata”, è soprattutto un racconto collettivo, fatto di oggetti, animali, alimenti, consuetudini che tantissimi di noi hanno vissuto o di cui hanno sentito raccontare dai genitori o dai nonni. L’autrice non è una studiosa, ma non è neppure una illetterata: ha una solida istruzione che le è ora servita per raccontare, meglio che un manuale di agronomia, cosa si coltiva in ogni stagione, quando i prodotti della terra vanno piantati e poi raccolti. Tutte cose vissute nella grande cascina che per decenni è stata la sua casa, vissute così profondamente e felicemente, da essere rimaste dentro di lei con la gioia di chi ricorda senza una retorica nostalgia, da pranzi di natale con gli animali del cortile e la pasta tirata dalla nonna sino ad essere trasparente, dal letto scaldato con il “prete”, ai riti collettivi dell’uccisione del maiale e delle vendemmie autunnali. Anch’io ho ricordato tutto, perché in quella cascina-paradiso c’ero stato qualche giorno da bambino, ma ora tutto è più chiaro. Ci sono tanti libri di memorie private, soprattutto i ricordi di guerra, racconti partigiani, di momenti drammatici. Il libro di Doriana invece trasmette felicità quotidiana e al giorno d’oggi non è cosa da poco.
