La Giuditta di Gentileschi, dopo l’atto

di Caravaggio pictor praestantissimus

LA GIUDITTA DI GENTILESCHI. DOPO L’ATTO.

🔹️Al centro dell’opera c’è, nel cesto tenuto dalla serva, la testa mozzata di Oloferne. Il suo volto contorto è rivolto verso lo spettatore.
🔸️L’autore della decapitazione è Giuditta, la bellissima vedova ebrea la cui bellezza e l’azione a sangue freddo salvano il suo popolo dalla distruzione. Lei e la sua serva Abra, raffigurata a destra, si recano all’accampamento di Oloferne, il generale assiro le cui truppe stavano assediando la città ebraica di Betulia. Invitata nella tenda del generale, Giuditta lo fa ubriacare, dopodiché gli taglia la testa mentre dorme. Prendendo la testa come trofeo e come prova, lei e la sua serva fuggono dall’accampamento, esponendo la mattina seguente la testa sulla cinta muraria perché tutti la vedessero.

🟨DOPO L’ATTO
🔹️Caravaggio aveva trasformato questo tema tradizionale mostrando l’orribile atto.
🔸️Gentileschi opta invece per una variante meno violenta ma psicologicamente più carica: il momento immediatamente successivo al compimento dell’atto, quando Giuditta ha appena dato la testa alla sua serva. Il sangue gocciola attraverso il cesto sul panno bianco destinato a nascondere la testa. Giuditta tiene ancora nella mano destra l’arma del delitto, la spada di Oloferne.
🔹️Il pittore usa i toni caldi dell’abito opulento e dei gioielli di Judith per enfatizzare la sua bellezza, in netto contrasto con il volto cinereo di Oloferne.
🔸️Judith e Abra stanno guardando qualcosa al di fuori del piano dell’immagine che lo spettatore non può vedere. Potrebbero guardare il corpo di Oloferne, ma dal loro comportamento vigile sembra più probabile che stiano ascoltando per capire se le guardie fuori dalla tenda hanno un’idea di ciò che è appena accaduto. La serva tiene il cestino sul fianco, fuori dalla vista di qualsiasi soldato che potrebbe venire a indagare.
🔹️Judith appoggia la mano sulla spalla di Abra. È un gesto tenero che unisce le due donne che hanno cospirato per compiere questo atto coraggioso, ma allo stesso tempo è un’espressione di compostezza.
🔸️Mettendole in netto rilievo contro le scure tende verde smeraldo della lussuosa tenda di Oloferne, l’attenzione si concentra sulle due donne. A differenza della rappresentazione di Caravaggio, qui Abra è vistosamente giovane.

🟨COLLABORAZIONE PADRE-FIGLIA?
🔹️La gran parte degli studiosi attribuisce il dipinto ad Orazio.
Alcuni, tuttavia, ritengono che possa essere opera di Artemisia, la quale peraltro più volte tratta lo stesso tema.
🔸️Ascrivendo il dipinto al periodo 1608-1612, alcuni ritengono che possa trattarsi di un’opera nella quale Artemisia ha potuto collaborare, lacirando la pittrice nel periodo nello studio del padre.

🟨fonte: www.nasjonalmuseet.no
🟦foto: Orazio Gentileschi (collaborazione di Artemisia Gentileschi?), Giuditta e la sua serva con la testa di Oloferne [Nasjonalmuseet, Oslo]

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