La festa dell’Epifania
di Monsignor Valentino Di Cerbo
Questa festa dell’Epifania l’abbiamo massacrata, facendola diventare festa della Befana, una vecchia orribile, nasuta, trascurata e un po’ tonta che porta regali a bambini che già ne hanno ricevuti (troppi) tra Natale e Capodanno e che quindi non li apprezzano più. E poi quel carbone finto dolce… che pacchianata! Quando ero bambino (ma la Befana allora era più giovane e forse meno “rinco”) era informatissima: ti portava le cose che ti servivano… un paio di scarpe nuove, una camicia, una sciarpa… e poi a quei bambini “rompi” come me, tanto, tanto carbone …autentico.
Viva l’intelligenza!
A questa festa abbiamo cambiato i connotati: per i cristiani è la festa della Manifestazione (questo significa la parola Epifania) del Signore ai popoli pagani che non se l’aspettavamo perché non appartenevano al Popolo eletto e sono rimasti felici come pazzi avendo capito che Gesù voleva bene a loro allo stesso modo.
E poi abbiamo aggiunto al racconto del Vangelo di S. Matteo, tanti particolari falsi: abbiamo detto che i Magi sono Re e non c’è scritto, che sono tre e il Vangelo dice “alcuni”, che seguono la Stella cometa e il Vangelo parla solo di “stella”.. facciamo arrivare i magi alla Grotta invece il Vangelo ci dice che la Santa Famiglia ormai abitava in una casa….
Ma quante fesserie!
Invece di capire che questi personaggi erano uomini in cerca di luce e di vita, che si mettono in cammino perché vedono una stella particolare (nella loro cultura c’era una leggenda che voleva che ogni volta che nasce un bambino in cielo appare una stella), che fa pensare loro ad un segno divino per la loro vita
E fanno tanti sacrifici… per insegnarci che cercare la verità e una vita autentica, è bellissimo ma è costoso.
E si imbattono anche nella cattiveria e nelle bugie di Erode e in quelli che la Parola di Dio la leggono per mestiere, per carriera e non per capire l’amore di Dio.
E alla fine trovano il Bambino… capiscono che è un Dono immenso e gli danno tutto quello che sono e che hanno: l’oro (quello che possiedono), l’incenso (i loro sogni) e la mirra (la loro fragilità) per insegnarci che quando capiamo come ci ama Gesù, dobbiamo donargli tutto.
Perciò san Matteo ci dice che tornano a casa “per un altra strada”, perché la vita di chi si dona a Gesù, non rimane la stessa, ma diventa sempre più bella e piena di luce.
Ma quante cose belle ci dice questa festa!Chiediamo perdono a Gesù di averla trasformata in quella di una povera vecchia buona, ma rimbambita.
