La famiglia Mosiello a Frasso Telesino
di Monsignor Valentino Di Cerbo
Ci sono cognomi che hanno avuto un ruolo importante nella storia di Frasso, ma ora sono completamente scomparsi dal nostro paese.
Uno di questi è Mosiello, che hanno portato persone di un certo rilievo, tra cui professionisti e artigiani. Nel 1700, anche due Notai frassesi: Michele e Nicola.
In particolare, Mosiello si chiamava una famiglia importante che abitava l’antico palazzo (del 1675), sito in cima a via Castagnola. Di essa faceva parte il medico Vincenzo, professionista esemplare e caritatevole, che fu sindaco di Frasso alla fine del 1800 e contribui al recupero del lascito Gambacorta, ingiustamente sottratto alla nostra comunità in seguito all’applicazjone della Legge Siccardi ai territori dell’ex Regno delle due Sicilie. Alla stessa famiglia apparteneva Il dott. Cosimo, che nella prima metà del 1900 fu direttore generale delle Lotterie Nazionali presso il Ministero delle Finanze a Roma e aveva sposato la Marchesa Rivellini di Vitulano (a lui, dopo la morte, l’Amministrazione Giaquinto intitolò il tratto di via Portella, adiacente al palazzo di famiglia). Aveva un fratello, Don Vincenzino (+ 1967), sacerdote dalla vita esemplare.
Cosimo Mosiello si chiamava anche il primo podestà di Frasso sotto il Fascismo (1926-1930), che abitava di fronte alla Chiesa di Campanile. Aveva un fratello, Francesco, (che invece ridiedeva con la numerosa famiglia in via Fosso) maestro e per tanti anni fiduciario, poi trasferitosi ad Airola. Mosiello era pure il cognome di una famiglia che abitava sulle scale di via Salita al mercato (salendo a dx): una parte (quella cui apparteneva il famoso musicista Mike Mosielko – ricordato da una maiolica) emigrò negli USA alla fine dell’ 1800. Di questa famiglia faceva parte Enrico (detto ‘o Capogiovane), impiegato comunale la cui morte prematura provocò l’emigrazione del suo nucleo familiare in USA intorno alla metà del Novecento. Ci piace fare particolare menzione del figlio Gerardo, che poco più che adolescente si fece carico con la mamma dei fratelli più piccoli, raggiunse una bella posizione e tornò come funzionario della NATO a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni di vita.
Mosiello (contranome “Fontana”) si chiamava anche il farmacista di Frasso “don” Pasquale che aveva due sorelle nubili insegnanti: Maria (catechista dalla profonda spiritualità) e Candida, con le quali anche prima di sposarsi viveva nella casa paterna presso la Chiesa di s. Giuliana, di fronte ‘a chiesa ‘e sotto). Altra insegnante Mosiello, donna Marietta, sposata con Francesco Sala di Tocco Caudio e sorella di un dott. Andrea funzionario statale a Benevento, abitava in via Salita al Mercato, dove più su, all’altezza delle scale, salendo, a sin., viveva un’altra famiglia Mosiello cui apparteneva un sacerdote don Enrico (detto “‘u lupo”), che fu parroco del Carmine fino agli anni ’50 del Novecento.
Mosiello sj chiamava anche un bravo sarto, Ubaldo, con diverse sorelle, che abitava in via Agnoni e che aveva come clienti importarti personaggi della Provincia di Benevento e non solo.
Questi nuclei dal cognome Mosiello, costituiti da professionisti e artigiani, hanno abbandonato Frasso (quasi tutti) intorno alla metà del Novecento, di fatto estinguendo questo antico e rilevante cognome dal nostro paese.
