Dittatura degli imbecilli

di Paolo De Marco

Per il mio mestiere di storico non dovrei sorprendermi a vedere quanta gente, pure dotata di titoli di studio, si mostra scettica nei confronti degli scienziati ed è invece prontissima a bersi qualsiasi cretinata pubblicata da qualsiasi idiota o lestofante sui social.

Per secoli sono state bruciate vive, tra il tripudio popolare, streghe e donne possedute dai demoni e sono stati massacrati allegramente, sempre con grande entusiasmo, ebrei accusati di praticare orrendi riti con il sangue di neonati.

Un gran numero di donne tedesche guardava con occhi adoranti il divino Hitler e tante donne italiane erano prontissime a sacrificare la loro virtù al Duce per dimostrargli la loro devozione. Insomma la stupidità è stata sempre una componente importante della storia umana.

Ma i social oggi hanno dato agli idioti un potere di “comunicare” del tutto impensabile in passato e dal momento che su questi nuovi strumenti più la racconti grossa più ottieni audience, le cretinate tendono a prevalere sulle affermazioni serie.

Se io dico che papa Francesco è una bella persona nessuno mi fila. Ma se mi invento che è un noto pedofilo, intrallazzatore, colluso con i golpisti argentini e via di seguito, allora improvvisamente mi riempiono di “mi piace”. Il dramma, inoltre, è che qualcuno non solo potrebbe credere a queste mie bufale, ma si darebbe da fare per colpire il papa.

Quanti morti hanno provocato negli USA le teorie farneticanti dell’organizzazione di estrema destra filo-trumpiana QAnon? Basti pensare al padre fuori di testa che pochi giorni fa ha ucciso i suoi due piccoli figli perché convinto che potevano diventare “rettiliani”.

Insomma, altro che “dittatura medica” o “dittatura degli scienziati”. Qua si corre il serio rischio di cadere nella “dittatura degli imbecilli”.

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