La decima vittima, capolavoro di Elio Petri

di Emanuele Venditti

In occasione del quarantennale dalla scomparsa del grande Elio Petri (avvenuta il 10 novembre 1982), è il caso di rispolverare una delle sue opere più inconsuete ed elaborate, che grazie al suo impianto fantascientifico rappresenta un’eccezione (soltanto apparente) rispetto al suo solito cinema di denuncia sociale.

Si tratta de “La decima vittima”, tratto da un racconto di Robert Sheckley (ma sono numerose anche le analogie con “Cacciatori di vecchi” di Dino Buzzati) dove in un futuro imprecisato gli uomini hanno trovato il modo di evitare guerre e violenza gratuita: il Ministro della Caccia ha infatti ideato un sistema in cui, chiunque lo voglia, può scegliersi il ruolo di vittima o di cacciatore.

Quindi uccidere non è reato, anzi, porta a dei premi in denaro. Per chi dovesse raggiungere l’obiettivo della decima vittima sono garantiti un milione di dollari oltre all’illustrissimo titolo di campione decathon.

A metà degli anni ’60, Petri passa al setaccio i principali dubbi e le striscianti paure di una società in pieno mutamento, rappresentando soprattutto le fobie della classe borghese: dalla criminalità dilagante al concetto di famiglia; dalla fedeltà coniugale al rapporto con gli anziani; dalla febbre mediatica dovuta alla Tv al cinismo che stava alla base della sete di guadagno.

Il tutto in un clima di commercializzazione esasperata e ossessiva, dove anche l’omicidio diventa spot.

Certo l’istrionismo e il grottesco non reggono per tutto il film e il finale è un po’ troppo pasticciato (imposto da Carlo Ponti), ma tanti sono i momenti da incorniciare: dall’ossigenato protagonista al grandioso prologo con il primo omicidio. Dagli echi felliniani alla musica avanguardistica di Piero Piccioni, fino alla comparsata di Salvo Randone. E su tutto brilla la sceneggiatura di Guerra e Flaiano.

Certo, Petri resta e resterà quello di “Indagine” e de “La classe operaia va in paradiso” (che intanto compie in questi giorni 50 anni), ma “La decima vittima” resta il suo prodotto sperimentale più fascinoso.

Un fumettone a tinte pop che ampliano il raggio creativo del regista.

“La decima vittima” di Elio Petri, 1965, con Marcello Mastroianni, Ursula Andress, Elsa Martinelli, Massimo Serato.

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