La crisi della carta stampata

di Gian Ruggero Manzoni

INUTILE AMICHE E AMICI la crisi della carta stampata è ormai totale, idem quella della pubblicità via stampa. Libri non se ne vendono (in particolare i romanzi, e ciò in favore delle cosiddette “serie”, proposte in web da Netflix oppure da Prime etc.) e i quotidiani sono alla canna del gas. Dopo la TV, nell’era di internet, il mondo del cartaceo sta subendo una quasi totale fase di declino. In una società economicamente-finanziariamente globalizzata è inoltre sempre più necessario essere aggiornati in tempo reale. Sì, il web è diventato, in pochi anni, un punto di riferimento anche per le testate giornalistiche più importanti quali il New York Times o Le Monde che hanno compreso che l’unico modo per sopravvivere è quello di adattarsi, giungendo velocemente alla conclusione che il mondo della carta stampata prima o poi è purtroppo destinato a finire. Solo il 20% della popolazione mondiale, ovviamente quella acculturata-istruita, non potendo usufruire di una connessione internet, si avvale ancora della carta stampata per informarsi e aggiornarsi. Un libro che ha analizzato con serietà il problema (se poi problema è) si intitola “Googled: The End of the World as We Know” di Ken Auletta, uscito circa una decina di anni fa. In esso viene più volte ribadito che è la tecnologia portabile (smartphone, tablet etc.) unita alla necessità del “real time” a generare il meccanismo perfetto per cui una notizia letta con sistemi di comunicazioni più lenti è una notizia considerata, già dopo un giorno, vecchia e priva di interesse. Così come un volume, in genere, non supera i 21 giorni prima di venire rimosso da vetrine e scaffali di una libreria. Al che uniamo che negli ultimi anni il livello della penna di scrittori e giornalisti si è molto abbassato e la torta è fatta: la carta (e gli alberi ringraziano) sta velocemente terminando il suo ciclo epocale. Sotto i dati ADS [Accertamenti Diffusione Stampa] aggiornati ad aprile di quest’anno … direi inesorabilmente tragici. Ah, dimenticavo, in un’Italia tapinamente “condominiale” ancora si salvano, quel tanto, i giornali con le pagine cosiddette locali (infine un incidente automobilistico con 4 morti avvenuto dietro casa fa ancora, quel tanto, audience, idem l’ictus che ha colpito il signor Rossi, del quinto piano, davanti al circolo ARCI di Borgo Serraglio) …

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