La casa di Rousseau

di Lisa Roscioni 

Les Charmettes, vicino a Chambery. Un luogo, una casa fuori dal tempo. Rousseau vi abitò con Madame de Warens (che chiamava Maman) tra il 1736 e il 1742.
“Qui inizia la breve felicità della mia vita; qui vengono i tranquilli ma rapidi momenti che mi hanno dato diritto di dire che ho vissuto” (Confessioni, VI)
È diventata luogo di pellegrinaggio poco a poco, intorno al 1820 venne istituito un libro d’oro con le firme dei visitatori che ho visto stamattina in un armadio polveroso dell’archivio, sulle tracce di un viaggiatore e di un modo di viaggiare perduto per sempre. Molti francesi e inglesi, pochi italiani, commenti esaltati, assurdi, ridondanti commoventi. George Sand, Paul Valéry e tanti altri.
Solo un paio di visitatori insieme a me. Lungo la strada in salita per arrivare si sente solo fruscio del vento tra gli alberi e cinguettii. Il giardino è rigoglioso e in po’ abbandonato. La casa spoglia con pochi oggetti, intonaco un po’ scrostato qui e là, papier peints scoloriti, tutto lasciato così, scivolare nel tempo. E per questo bello, inatteso e intenso. Niente merchandising, niente piatti e quadernucci con l’effigie di Rousseau, ma solo qualche libro e vecchie cartoline all’entrata. Ingresso gratuito per i rari avventori.
Insomma, un piccolo paradiso. Speriamo che nessun direttore o assessore si sogni di “valorizzarlo” restaurando intonaci e papier peint, ciottolato irregolare, assi di legno scricchiolanti e mattonelle sbreccate. Speriamo che venga lasciato tutto così, senza percorsi didattici, senza caffetteria, senza parcheggio per i pullman, senza gadget e profumi.

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