La Camera del Lavoro a Napoli

di Matteo Cosenza


Un pomeriggio fui chiamato dal direttore del Mattino Pasquale Nonno. Nella stanza lo trovai insieme a Gianfranco Federico, segretario della Camera del lavoro di Napoli. Mi chiesero di scrivere un libro sul centenario della Camera del Lavoro di Napoli, un anniversario anticipato rispetto al centenario della Cgil che sarebbe caduto dodici anni dopo, nel 2006. La nostra “Camera del Lavoro” era stata costituita il 6 gennaio 1894 in un palazzo di via Banchi Nuovi. L’impegno che mi veniva chiesto era particolarmente temerario sia per i tempi stretti – pochi mesi prima dell’anniversario – sia per l’imponente ricerca necessaria per un’opera così complessa. Manifestai le mie perplessità. Ma sia Federico sia Nonno fecero di tutto per convincermi e soprattutto il segretario della Camera del Lavoro ce la mise tutta dicendomi che avevano materiali, ricerche e anche persone di cui avrei potuto disporre. Ma anche Nonno ci aggiungeva del suo perché aveva piacere che il libro nascesse comunque nella sede del giornale della città, non a caso nella terza pagina sarà chiarito che il volume era parte di una collana: I libri de “Il Mattino”.
Furono mesi di intenso lavoro insieme a Giovanni De Falco e Vincenzo Esposito, persone di prim’ordine, dirigenti dell’Ires Cgil, il centro studi del sindacato, e a Federico che partecipò attivamente alla realizzazione dell’opera e mi fornì i saggi di alcuni studiosi che facevano parte della “documentazione conservata nell’archivio della Camera del Lavoro “, ovviamente richiamati puntualmente quando venivano utilizzati e ricordati in una bibliografia apposita.
Il libro con una foto di tre operai di una ditta appaltatrice dell’Italsider in copertina realizzata da Luciano Ferrara e la grafica curata da Bruno Delfino – Il riscatto. La Camera del Lavoro 1894-1994, Franco di Mauro editore, pagine 233 più un’appendice fotografica, lire 32.000 – si avvalse di una prefazione magistrale di Francesco De Martino e fu corredata, come detto, da una storia per immagini sviluppata in un centinaio di foto e riproduzioni di documenti. Vi erano anche altre due appendici: un “Itinerario bibliografico” di Giampaolo Romano e, soprattutto, una cronologia dei cento anni realizzata da De Falco e Esposito. Credo che questo sia stato il valore aggiunto di quel libro perché in 55 pagine scorrevano su tre colonne gli avvenimenti del secolo suddiviso in “Storia & Città”, “Industria & Finanza” e “Sindacato & Movimenti”: un libro nel libro, di facilissima consultazione e utilissimo. Io lo faccio spesso ma so che molti fanno la stessa cosa proprio per la rapidità con la quale si possono verificare gli eventi confrontandoli sui tre scenari anno per anno.
Per finire solo una notazione. Lavorammo nel mitico palazzo di via Torino dove poi il libro fu presentato. Oggi lì non c’è più il sindacato, che abita nel centro della città. Se guardo a quel periodo mi accorgo come il mondo sia cambiato. E spero che quei cento anni pieni di vita, di lotte, di sacrifici, di sconfitte, di errori, di arretramenti e di conquiste abbiano lasciato qualche seme nel nostro tempo. Perché quella è stata una grande storia italiana.

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