Il vento conservatore

di Helena Janeczek

Ringrazio Giorgia Serughetti di avermi mandato il suo libro.
Si legge in un pomeriggio. E serve a spostare lo sguardo su un nodo che manca totalmente: la relazione tra sovranismo autoritario di destra e neoliberismo.
Il neoliberismo, mette a fuoco Serughetti, non è stato solo una dottrina economica trionfante dopo la fine dei due blocchi, ma un’ideologia che ha condotto una “guerra culturale” molto più vasta ed ha vinto. Iperliberisti in economia, ma difensori dei valori conservatori in ogni altro ambito. La famiglia unica struttura sociale accettabile intorno all’individuo e, dunque necessariamente ” tradizionale” e patriarcale.
Per capire ancora più a fondo come è andata questa “rivoluzione dall’alto” potete leggere anche “Dominio” di Marco d’Eramo.

Ci sono tanti fattori che complicano l’analisi, ma pensando alla Russia di Putin che, ancora prima di diventare la dittatura di oggi, ha nutrito i suoi abitanti solo di ideologia nazionalista, viene da fare il raffronto con i paesi dell’Est diventati parte della UE.

La “transizione” al capitalismo in Russia è stata una catastrofe, per altro raccontata da quella nemica della prima ora di Putin che è stata Anna Politkovskaja. Altrove non è stata proprio così dura, ma penso che l’entrata nell’Unione Europea abbia svolto un ruolo decisivo perché, alla fine, in tutti quei paesi, compresi quelli governati dalla destra sovranista, si sia formata una società civile che è anche in porzioni non indifferenti aperta e democratica.
E questo, pur con tutti i limiti, la piccineria e le colpe della UE.

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