Il tradimento dell’insegnamento
di Gerardo Pecci
UNA RIFLESSIONE SU ME STESSO.
Tra qualche anno, se vorrà Dio, andrò in pensione. Finalmente potrò dedicarmi unicamente alla ricerca storico-artistica e al giornalismo culturale. Spero di dedicarmi, con più impegno e maggiore serenità, a rinnovati studi e ricerche nel campo del patrimonio storico-artistico. La scuola come è adesso mi ha semplicemente disgustato. Amo insegnare e amo e ho sempre amato i miei studenti come figli, anche con qualche rimprovero un po’ duro, ma necessario per il loro bene. Ma oggi la scelleratissima burocratizzazione dell’insegnamento la respingo totalmente: distoglie pericolosamente dalla trasmissione dei saperi e dalle conoscenze disciplinari, che è invece il fine primario di ogni scuola. E quando una scuola si inaridisce dietro centomila cartacce inutili non è più scuola. Pensare alla forma e non alla sostanza non è fare scuola. Non si tratta più di insegnamento, si tratta di tradimento.
