Il tradimento dei padri

di Mariangela Maravaglia

Céline Hoyeau, Il tradimento dei padri, Queriniana, Brescia 2023.

Il libro più impressionante e faticoso di questa estate. Letto per dovere, per capire qualcosa di più di un fenomeno, gli abusi spirituali e sessuali, di cui come molti non immaginavo l’estensione e la pervasività. E che mi ha profondamente addolorato per l’avere come protagonisti figure da sempre ammirate come Jean Vanier. La «trappola dell’orgoglio spirituale» e la costruzione di «un ecosistema» in cui anche discepoli adoranti si fanno «specchi complici» mi sembrano le chiavi di un testo che sciorina una quantità di esperienze attraverso la testimonianza di vittime e facendo tesoro di analisi di storici, teologi, psicologi.

Un passaggio cruciale:

«Il successo li inebria, il gusto del potere, del possesso, del sapere o della gloria si risveglia. Anche se talora se ne difendono, essi promuovono un culto della personalità. […] In nome della missione che devono compiere, si organizzano una vita ai margini della propria comunità […] Una vita che si sottrae alle regole e all’ascesi imposte agli altri, e che gli altri tollerano perché si tratta del fondatore, del «pastore», del «padre». […] Tutto è lecito, poiché tutto deve servire al loro progetto, ricevuto da una chiamata divina. Questa convinzione è rafforzata dall’adulazione del loro entourage, che non oppone alcun contropotere ma li legittima in un’immagine di santità, imprigionandoli in una sorta di onnipotenza e in un sistema acritico» (pp. 120-121).

Non è la «logica del sospetto» che anima questo libro di Céline Hoyeau, ma il desiderio di far luce su attenzioni mancate e di cui ora si inizia, per fortuna, ad avvertire la impellente necessità.

Sono chiamati in causa la Chiesa cattolica e i suoi responsabili, le comunità, i media, i teologi, ma prima di tutto ogni persona, invitata ad esercitare una resistenza alla fascinazione di personalità narcisistiche manipolatorie, ad attivare uno spirito critico, «un contropotere interiore che renda possibile un giusto discernimento». Vale per la Chiesa, per chi ci sta dentro, ma anche per stili e modi con cui oggi abitiamo il mondo.

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