Il sacco di Prato
di Claudio Balducci
BREVE RESOCONTO SUGLI ULTIMI TRE EVENTI INTERNI ALLA MOSRA SUL SACCO DI PRATO
VEN. 23 H. 21 – INCONTRO SULLA SCUOLA
Abbiamo cominciato l’incontro facendo descrivere all’artista Alessandro Vannini, le vicende che ha impresso sui suoi grandi cartoni.
Giacomo Grassi ha inserito la vicenda pratese all’interno dei cambiamenti generali del contesto europeo e ha affrontato la domanda di come si possa narrare la storia.
La sua riposta è stata una casistica che va dalle descrizioni storiche scritte dagli scribi dei vincitori, di carattere agiografico ed epico, a quelle di tipo critico e ispirato scritte dai perdenti, portando l’esempio degli scrittori biblici che scrivevano dopo aver perso ed esser stati deportati a Babilonia. Le loro scritture narrano la storia vedendola come un disegno divino che non coincide con le vittorie dei vincitori ma con gli insegnamenti che dobbiamo trarne come fedeli.
Balducci ha fornito dei dati critici sulla scuola italiana riportando i risultati dei test del PISA a livello internazionale che ci vedono agli ultimi posti, in contrasto con quelli per esempio della Finlandia che da un punto di partenza estremamente basso, si è impegnata in un lungo percorso di riforma (più che decennale) che l’ha vista salire ai primi posti.
Grazia Maria Tempesti è partita notando come per l’instabilità politica del nostro paese sia stato difficile organizzare momenti di riforma significativi.
C’è stato il momento dell’intervento Berlinguer che lavorava sentendosi stretto in tempi risicati ma che aveva impostato il suo progetto in modo produttivo, non sufficientemente sfruttato in seguito. quello della autonomia data alle scuole.
Su questo punto si è trovata d’accordo anche Annalisa Marchi che si è anche ricollegata al tema iniziale della storia e riportando come esempio la sua infanzia segnata profondamente dagli insegnamenti di suo nonno che la portava nei luoghi storici della città di Prato e li inseriva nei percorsi che essi avevano segnato nel corso nel tempo.
Anche Nicola Di Filippo ha approfondito il tema storico trattato dal Vannini, ricordando come Prato fosse importante per Firenze in quanto scudo verso l’esterno posta com’è al crocevia di percorsi importanti dal sud al nord. Per questo Prato era considerata una piazzaforte assai importante. Il che non ha impedito che i Lanzichenecchi la preferissero a Firenze come esempio da attaccare, soprattutto per l’assenza di una struttura militare interna a difesa.
E’ stato poi introdotta una proposta venuta da un ex alunno dell’Istituto Keynes, Ceccherini Daniele, ora agente della Polizia stradale e membro del SUP (sindacato di Polizia, oggi assente per incarichi di lavoro). Il Ceccherini partiva dall’assunto che la polizia nel suo complesso ha un difficile rapporto con la cittadinanza, e di questo difficile rapporto all’interno del sindacato si stanno interrogando e vorrebbero ribadire che, al di là della divisa, ci sono uomini in carne e ossa che hanno dato al paese molte vittime. L’idea sarebbe quella di fare degli incontri con le scuole.
I presenti si sono dimostrati interessati e vorrebbero organizzare l’iniziativa. Sia Maria Grazia Tempesti che Annalisa Marchi che il Balducci. Anche Nicola ha dimostrato il suo interesse, ma, lavorando a Firenze, si è chiesto a che livello dovrebbe essere affrontato: se solo pratese o anche provinciale o regionale.
Chiariremo questo interrogativo con Il Ceccherini stesso e cercheremo di organizzare alcune iniziative.
SAB 24 H. 17 – DANZA
e coreografia del duo svizzero “Yera et Léonilde” sulla recita del poemetto di Claudio Balducci “La donna di Prato”. Il prometto è reperibile a questo link:
http://www.skeda.info/skn/DdO.pdf
Il filmato, provvisoriamente, in attesa che sia pronto il video della giornata del 25, è quello di 10 anni fa, ballato da Olivia Kwong:
Nell’attesa del video con il duo svizzero “Yera et Leonilde”, mettiamo due link di due loro performance:
DOM 25 H. 17 VISIONE DEL VIDEO
“Sulla tomba di Cardona” con incontro e dibattito confrico Rocchi.
Si tratta di circa 5 minuti di visita al mausoleo di Ramon de Cardona nella zona di Billpuig a nord ovest della Catalogna e del colloquio di Stefania Stefanin con il curatore del Mausoleo stesso.
La contea di Billpuig era il feudo dei Cardona. Il padre di Ramon era ufficiale presso il re di Napoli e nel combattimento contro i francesi nei pressi di Ravenna rimane ucciso. Ramon era il suo giovane figlio che viene cresciuto dal re stesso e poi fatto viceré di Napoli.
Ancora giovane comanda il gruppo di lanzichenecchi all’interno di una strategia volta a battere le mire francesi sulle terre italiane. Alleati del papa e con la guida di Giovanni de’ Medici, decideranno di invadere Prato per spaventare Firenze e ottenerne la resa senza colpo ferire. Ciò che in realtà avvenne.