Il pericolo dov’è?
di Andrea Colombo
Sentendo la presidente, ieri e oggi, ho pensato che siamo stati tutti un po’ viziati.
Quando vinse Berlusconi, ormai se lo ricordano solo gli attempati, la mazzata fu tremenda. Sembrava davvero che ci fosse dietro l’angolo qualcosa di tremendo. Poi per 20 anni tanti hanno continuato a strillare ma era un gioco di società. Tempo pochi mesi e si era capito che da Silvione non c’era nulla da temere, tanto che alla fine lo scandalo supremo sono stati i Bunga Bunga, mica i lager.
Anche quando sono comparsi i 5S tanti hanno tremato: oddio questi sì che fanno paura, si dice populisti ma si intende ben di peggio. Magari pericolosi lo sarebbero stati davvero se fosse vissuto l’unico che aveva un progetto politico in testa. Ma morto Casaleggio e arrivati a governare si sono dimostrati avanspettacolo. Roba da arrossire al pensiero di essersi preoccupati per Fofò, Giggino e Toninelli.
L’ascesa di Salvini seminava panico. Tanti scomodavano il Puzzone, i più acuti puntavano su Adolfo. Chi se lo immaginava che il Terribile fosse un simile pallone sgonfiato?
Insomma, ci siamo abituati a strillare”al lupo” con la mano di fronte alla bocca per nascondere il sorriso. Ma Giorgia è un’altra cosa. Sa cosa vuole, e quello che vuole non è piacevole. E’ capace e determinata, tanto da fregarsene dell’immagine ruggente e da fare i primi passi con la dovuta cautela, non come i comici del 2018 che provavano a impicciare il presidente e si inimicavano mezzo mondo per fare un po’ di scena con le navi e i porti.
Giorgia non è fascista e il pellegrinaggio sulla tomba di Matteotti è da ceffoni. Ma pericolosa sì e manco poco.