Il parere di Enrico Rossi

di Enrico Rossi

Buongiorno.
L’inflazione cresce per l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, dovuto in gran parte alla guerra.
La Banca Centrale Europa, conseguentemente, riduce l’acquisto dei titoli di Stato e, subito, per l’Italia cresce lo spread, cioè la differenza tra noi e la Germania del tasso di rendimento delle obbligazioni statali. Crescono cioè gli interessi che dobbiamo pagare sul nostro debito.
A Versailles, Macron e Draghi avrebbero voluto nuovi emissioni europee, in comune, per far fronte ai costi ulteriori che la guerra impone agli Stati.
Ma questa volta, almeno per ora, la solidarietà europea non è scattata.
L’economia rallenta e vengono riviste al ribasso le stime per la crescita.

Temo che sia solo l’inizio di una crisi economica che diventerà col tempo sempre più grave.
Anche per questo la pace è necessaria ed è un interesse primario dell’Europa.
Le conseguenze economiche della guerra potrebbero infatti diventare presto insostenibili sul piano sociale e minacciare le stesse istituzioni e la democrazia.

La parola chiave non può che essere solidarietà, condivisione della crisi tra gli Stati europei.
Anche all’interno, in Italia, ci si potrà salvare solo con la solidarietà, che per la Costituzione è un dovere inderogabile, tra ha di più e chi ha meno o nulla.
Questa, a mio parere, deve essere la linea del PD e delle forze progressiste.

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