Il milanese Stendhal
di Francesco Panaro
Il milanese Stendhal.
Nel suo testamento Marie-Henri Beyle, in letteratura Stendhal, specificò che sulla lapide della propria tomba – cimitero di Montmartre – vi fosse specificato ‘Milanese’, un modo esplicito di rifiutare la propria famiglia e la città di nascita, Grenoble. I grenoblesi accusarono disagio, tutt’ora presente nella memoria della città. Stendhal amava l’Italia e l’arte, Roma, Napoli, Firenze e soprattutto Milano, città che vide per la prima volta da giovanissimo sottotenente della ‘grande armée’ condotta da Napoleone Bonaparte.
A Henry Brulard, nel suo racconto autobiografico Vita di Henry Brulard, fece dire:
«Un mattino entrando a Milano in una bella mattinata di primavera, e che primavera! E in che paese del mondo! Milano… amo questa città. Qui ho provato le più grandi gioie. Questa città divenne per me il più bel luogo della terra. Non sento affatto il fascino della mia patria, ho per il luogo dove sono nato una ripugnanza che arriva fino al disgusto fisico… L’Italia, il più bel paese del mondo…».
