Il mercato delle abitazioni in Italia
di Pasquale Palmieri
Giorni di metà agosto popolati da liste e listini bloccati, collegi uninominali “sicuri” o “insicuri”, simboli elettorali prestati o venduti.
Proviamo a ricordare quali sono le cose che dovrebbero contare per noi tutti.
Contributi di Giancarlo Ghigi e Gaetano Lamanna.
…. …. …. …. …. ….
In soli due decenni i posti letto turistici sono prima raddoppiati (1997-2007) per poi raddoppiare ulteriormente (2008-2019) con una impressionante accelerazione negli ultimi anni, frenata pro-tempore solo dalla pandemia. Ci sono ormai più letti nelle strutture ricettive «complementari» che negli stessi alberghi. Interi palazzi si presentano così con i tradizionali campanelli di ottone ornati da sequenze di numeri e sigle che hanno soppiantato le usuali targhette con i cognomi, imprese multinazionali differenziano il loro portafoglio trasformando interi rioni popolari in locazioni diffuse grazie alla complicità di una tassazione di favore (cedolare secca)
che irresponsabilmente non distingue locazione residenziale e turistica, quasi che la triplicazione della redditività al metro quadro delle medesime tipologie edilizie non creasse alcuna tensione intorno ad un bene primario.
https://jacobinitalia.it/minatori-turistici-in-laguna/
Nei centri urbani il mercato dell’affitto di lunga durata è praticamente scomparso. Il mutuo casa piuttosto che l’affitto di un alloggio di periferia assorbe in media il 30 per cento del reddito monetario di una famiglia e per i redditi bassi la quota sale al 40/50 per cento. Un’espansione edilizia senza limiti e senza regole crea forti squilibri nelle funzioni urbane, aggravando il pendolarismo e il traffico.
La cosa più grave e sconcertante è che, a fronte di un incremento vertiginoso della rendita urbana e della girandola di affari miliardari sul territorio, nelle casse dello Stato e dei Comuni entri poco e niente.
https://ilmanifesto.it/nella-rendita-urbana-il-campo-largo-della-precarieta